Se nel nostro territorio la vittoria era scontata, la sconfitta di Bonaccini, sul territorio nazionale, invece, non era affatto preventivata, anzi. Il presidente dell’Emilia Romagna, sostenuto in Liguria da alcuni eletti e dal vecchio establishment del partito vince, nel territorio genovese, solo a Bargagli e conquista qualche voto più che altrove nei quartieri tradizionalmente di centrodestra: Nervi e una sezione di Albaro. Il Ponente era scontato per la Schlein, che ottiene percentuali altissime anche in centro storico, a Oregina, a Carignano-Portoria, a Quezzi, in alcune sezioni della Valpolcevera e a San Teodoro
In segreteria nazionale andranno 8 genovesi, 6 per Schlein (Bruno Morchio, la coordinatrice della segreteria regionale Viola Boero, il coordinatore del circolo di Rossiglione Omar Peruzzo, l’avvocata trentunenne Martina Caputo dalla Valpolcevera, il consigliere regionale Armando Sanna e la coordinatrice della Sinistra Universitaria Benedetta Motta), e due per Bonaccini: la consigliera comunale Cristina Lodi e Diego Barontini, capilista.
Schlein era sostenuta sul territorio genovese dal segretario Simone D’Angelo e dalla vice segretaria Katia Piccardo, dalla maggior parte dei consiglieri comunali e dallo stesso Sanna eletto nella segreteria. Bonaccini era “portato” da Cristina Lodi, dal consigliere regionale Pippo Rossetti, dai senatori Lorenzo Basso e Anna Maria Furlan e da un gruppo di “ex”: l’ex ministro ed ex presidente della Regione Claudio Burlando, l’ex ministra Roberta Pinotti, l’ex capogruppo in Regione Giovanni Lunardon.
A livello nazionale, si va verso la radicalizzazione del confronto destra-sinistra attraverso due donne leader dei partiti più corposi delle rispettive coalizioni: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la deputata Elly Schlein.
Nella tabella, la prima colonna per ogni candidato è il numero di voti, la seconda la percentuale
In copertina, Schlein in piazza Don Gallo