Sos lanciato sui social da una ragazza L’affannosa ricerca di chi potesse intervenire. Ora se ne sta occupando la guardia zoofila Termanini: <È un airone semi domestico. Proveremo a catturarlo per liberarlo, ma non sarà facile>
L’appello è stato lanciato sui Facebook da Elena Gallo: <Da qualche giorno nel Bisagno, all’altezza della caserma dei carabinieri di via Moresco, c’è un airone con il becco intrappolato in una rete/tessuto che non riesce a liberarsi e che prova continuamente a dimenarsi>, scrive. Elena s’è messa con pervicacia a cercare chi potesse soccorrere l’animale chiamando il 112, la Lipu, l’Enpa, senza trovare una soluzione. Sul suo post commenta anche un gentilissimo vigile del fuoco che s’è preso a cuore la vicenda: <Il Nue (il numero d’emergenza 112 n. d. r.) giustamente gira la chiamata a noi, vigili del fuoco. È un tipo di intervento che compete a noi, ma siccome l’animale non è incastrato e si sposta diventa difficile per noi impegnare una squadra dal soccorso (se ci fosse un’altra emergenza non sarebbe disponibile n. d. r.) per arrivare lì e magari non trovare l’airone. Abito lì in zona provo ad occuparmene io o stasera o domani>.
Della questione, in realtà, si sta occupando da diversi giorni il capo nucleo delle guardie eco zoofile Gian Lorenzo Termanini, che anche stamattina è sul posto. <Si tratta di un airone “domestico” – spiega -, nel senso che da anni un abitante della zona lo sfama dandogli dei pesci>. È per quello che l’uccello torna sempre lì ed è proprio sfruttando questa sua abitudine che la guardia cercherà di catturarlo per liberarlo dalla sagoletta arancione che gli si è arrotolata attorno al becco, una sagola da pesca probabilmente arenata al becco da un’ancorina. L’animale riesce ad aprire un po’ il becco e a mangiare i pesci che gli vengono gettati, ma c’è il rischio che il filo si stringa di più e che gli impedisca di nutrirsi. <L’animale non sta male, al momento – spiega Termanini -, tanto che spicca il volo aprendo le ali e scappa via se si tenta di avvicinarlo, abbiamo tentato più volte. Cercherò di catturarlo gettandogli addosso una rete, che è quella da cinghiali di cui dispongo. Negli Stati Uniti in questi casi usano una specie di fucile che spara una rete per uccelli, ma in Italia non c’è e a comprarlo fuori costerebbe 3 mila euro>. Una cifra troppo alta per chi agisce in volontariato. <Cercheremo comunque di prendere l’airone per liberarlo – conclude la guardia zoofila -, ma non sarà facile>. Rimarremo in contatto con Termanini per fornirvi eventuali e sperati aggiornamenti.
La foto è di Elena Gallo