Padre, madre e tre figli, tra cui due minori, bussano alla Caritas: «Non abbiamo un tetto, siamo per strada. Aiutateci»

È successo ieri sera. La famiglia, in condizioni di estrema indigenza, senza casa, con gravi difficoltà anche per mangiare, è stata, infine, accolta dal Comune in una struttura alberghiera


Disperati, senza cibo, senza casa, si sono rivolti alla Caritas. La loro prima preoccupazione è stata per i figli, in particolare i due minori. Una coppia di cittadini marocchini, alla disperazione, ha chiesto aiuto allo sportello di accoglienza, una realtà che si occupa di molti aspetti legati alla marginalità. L’intera famiglia avrebbe dovuto dormire per strada, compresi i due bambini.
Non è passato molto tempo da quando un’altra famiglia con figli piccoli si era rivolta al Massoero, in via del Molo, non molto distante da vico delle Compere (piazza De Marini), nel centro storico, dove ieri la famiglia ha bussato alla porta della Caritas. La povertà avanza, tra italiani e stranieri. La diseguaglianza sociale è sempre più ampia, gli effetti del Covid hanno peggiorato la situazione, tante sono le persone disperate che avevano un lavoro e non lo hanno più.
La volontaria che ha accolto padre, madre e tre figli, vista la grave situazione di indigenza e la presenza di minori, ha chiamato la Polizia locale per chiedere aiuto. Gli agenti, in accordo col Tribunale dei minori, hanno accompagnato il nucleo familiare in Questura per l’identificazione. Quindi hanno contattato i servizi sociali per la sistemazione in una struttura alberghiera a carico del Comune.
Lo sportello è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 – in vico delle Compere 26 rosso, vicino a piazza De Marini in Centro Storico (tel: 010 2477015/18). Ieri sera, però, ha accolto la famiglia alle 21:00.
Aperto da 2014, è un servizio diocesano di informazione, orientamento e prima presa in carico destinato a persone che per vari motivi si trovano in difficoltà e sono privi di riferimenti sociali precisi sul territorio di Genova.
È promosso e coordinato dalla Caritas. Si vuole garantire loro un primo ascolto (con eventuali interventi di urgenza, ricerca di sistemazione notturna, soddisfacimento delle esigenze primarie come cibo, medicine, ecc.) e un successivo accompagnamento al servizio adeguato presente sul territorio. Per alcune situazioni ove non esiste un servizio adeguato lo Sportello interviene con una presa in carico completa.
Lavora in rete con servizi presenti in città (dormitori, mense, distribuzioni alimentari, servizi docce e altro), Centri di Ascolto, Servizi Sociali, scuole primarie e servizi sanitari di base. Gli operatori provengono da diversi enti caritativi genovesi (Conferenza S.Vincenzo, Volontariato Vincenziano, Centro di Aiuto alla Vita, Auxilium, Centri di Ascolto Vicariali, ecc.) ognuno con la propria formazione e esperienza.
Lo Sportello ha sede nei locali del Centro Banchi, che comprende la chiesa di San Pietro alla Porta con il suo porticato e, appunto, i locali di accoglienza del Centro Banchi. Ne è rettore e animatore don Marco Granara insieme a un gruppo di volontari e alla Comunità giovanile di Banchi. Il Centro nasce improntato al “dialogo” e alla “ricerca” sia in campo sociale sia spirituale, ai temi dell’interreligiosità, dell’intercultura e del dialogo tra credenti e non credenti, e per fare rete e divulgazione tra realtà impegnate sul territorio. Ospita vari gruppi e propone momenti di incontro, accoglienza, cammini di ricerca, cicli di incontri e di spettacoli, alla ricerca di nuovi linguaggi per interrogarsi individualmente e collettivamente sull'”essenziale” del vivere e del credere.
Nel 2021 lo Sportello di accoglienza ha registrato oltre 4.000 accessi.
Sono persone senza dimora che cercano ospitalità, sia uomini che donne, giovani stranieri usciti dai percorsi di accoglienza per persone rifugiate ma privi di mezzi di sostentamento, persone senza permesso di soggiorno, famiglie sfrattate dalla loro abitazione ospiti provvisoriamente da parenti o amici, persone con problemi psichiatrici che non riescono a inserirsi in nessun contesto di ospitalità.
Sono sempre tante le persone che si rivolgono allo Sportello per chiedere un posto letto ma i posti a disposizione in città sono sempre insufficienti: nel 2021 circa 70 persone erano in lista di attesa nella speranza che si liberasse un posto in una accoglienza.
Lo Sportello di accoglienza non è un ulteriore Centro di Ascolto e quindi non si occupa di persone già seguite da altri servizi. Particolari situazioni urgenti e/o complesse potranno essere esaminate congiuntamente con il Centro di appartenenza.


In copertina: foto di repertorio
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