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Il Pd accusa: «Al Palasport un mega centro commerciale». Bucci: «I negozi a tema sportivo non sono centri commerciali»

Il Sindaco: «Non è cambiato nulla. Il vice sindaco Piciocchi sta scrivendo un comunicato in cui saranno chiarite le superfici commerciali, minori di quelle del Puc. I negozi a tema sportivo non sono centri commerciali e il Palasport rimane un centro sportivo. Non capisco il problema. È il solito gioco al massacro»

Il gruppo comunale Pd, sulla scorta della brochure pubblicata sul sito di Nhoood, una società di servizi e consulenza immobiliare: «Dopo mesi di bugie arriva la verità: 50mila metri quadrati per un mega centro commerciale e nuovi supermercati – si legge in una nota -. Il progetto del nuovo Palasport, ribattezzato significativamente “Waterfront Mall”, destina 50.000 quadrati di superficie ad attività commerciali. Quest’area, sommata agli esercizi commerciali previsti per i piani terra degli altri edifici del Waterfront, costituirà, di fatto, un nuovo mega-centro commerciale per la città, con all’interno l’immancabile supermercato. Con questo progetto, non solo la Giunta Bucci tradisce lo spirito della riqualificazione e viene meno agli accordi presi nel passato con cittadini e commercianti, ma viola anche il Puc vigente che prevede come funzione principale dell’area del Palasport quella di ospitare “residenze, uffici, strutture ricettive alberghiere, servizi privati e di uso pubblico” e come funzione complementare quella di ospitare distretti commerciali, ma solo di natura tematica. L’inserimento di un centro commerciale di 28.000 metri quadrati, su una superficie totale di 50.000, tuttavia, si configurerebbe come funzione principale, non complementare, ed essa non consente la destinazione commerciale».

In merito alla questione, il capogruppo Simone D’Angelo ha inoltre depositato un’interrogazione urgente per la seduta consiliare di domani chiedendo chiarimenti alla Giunta sull’esistenza di studi che giustifichino questa scelta scellerata e la compatibilità del progetto con il PUC vigente.

In una nostra intervista del 10 novembre 2019, Marco Bucci dichiarava: «Quello del palasport non sarà un centro commerciale. Ci saranno piccoli negozi di articoli sportivi. In più ci sarà il food. In totale 12 mila metri. Se a lamentarsi fosse una catena che vende articoli sportivi potrei capirlo: per loro sarà una grossa concorrenza, ma non ha alcun senso che si lamenti chi vende altre merceologie. Il concetto è che non si tratterà di un centro commerciale, non avrebbe senso. Saranno negozi di articoli sportivi legati alle attività che si svolgeranno dentro al palasport». Abbiamo chiesto al Sindaco se ed eventualmente cosa fosse cambiato. ««Non è cambiato nulla – risponde -. Il vice sindaco Pietro Piciocchi sta scrivendo un comunicato in cui saranno chiarite le superfici commerciali, minori di quelle del Puc. I negozi a tema sportivo non sono centri commerciali e il Palasport rimane un centro sportivo. Non capisco il problema. È il solito gioco al massacro». Attendiamo il comunicato e lo aggiungeremo in calce.

Pubblichiamo, intanto, alcune immagini dal documento pubblicato da Nhood.

Come promesso, aggiungiamo il comunicato del vice sindaco e assessore al lavori pubblici Pietro Piciocchi

In ordine al comunicato stampa emesso dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico, relativo alla consistenza dei futuri insediamenti commerciali nel Waterfront di Levante, occorre formulare alcune considerazioni.

Corre l’obbligo di ricordare, anzitutto, che Il Partito Democratico, al termine del mandato della giunta Doria, ha lasciato l’area del Waterfront di Levante in una condizione di totale desolazione e di abbandono, nell’assenza più completa di qualsivoglia prospettiva, situazione che è stata anche stigmatizzata nell’anno 2018 dalla Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo della Regione Liguria, per i gravi danni che ha arrecato al bilancio del Comune di Genova.

Ciò premesso, si deve osservare che la superficie commerciale nell’area in questione è stata individuata attraverso il Piano Urbanistico Operativo approvato nell’anno 2019 entro i limiti stabiliti dal Piano Urbanistico Comunale varato dal sindaco Doria e dall’allora assessore Bernini nel 2015.

Ne discendono due importanti conseguenze: la prima è che il comunicato odierno e la conferenza stampa del Partito democratico indetta per domani sono intempestivi di almeno 8 anni, se guardiamo all’approvazione del PUC fatta dalla sinistra nel 2015, e di almeno 4 anni, se ci collochiamo al momento della predisposizione del PUO; la seconda è che il PUO citato ha avuto il merito, rispetto alle più vaste superfici assentite dallo strumento urbanistico generale voluto dalla giunta Doria, di limitare il commercio a spazi più ridotti e ad alcuni tematismi, legati prevalentemente allo sport e alla nautica da diporto.

A riprova di ciò, basti dire che, a fronte dei 56.000 mq di superfici commerciali assentibili in base al PUC, ne sono stati previsti e autorizzati 15.000.

Già sono sufficienti queste sole considerazioni per smascherare il vero intento del comunicato del PD che appare solo strumentale ad un attacco gratuito all’attuale giunta nei giorni in cui la città ha potuto toccare con mano gli importanti avanzamenti del cantiere del Waterfront di Levante.

Venendo più dettagliatamente al merito della contestazione, i numeri relativi alle superfici degli insediamenti commerciali forniti dal citato comunicato sono del tutto fantasiosi: non esistono, infatti, 50.000 mq di superficie commerciale.

Il provvedimento di autorizzazione preventiva rilasciato nel 2020 da Regione Liguria circa il distretto commerciale tematico, emesso in esito ad apposita conferenza di servizi in cui sono intervenute anche le parti sociali e le associazioni rappresentative del commercio, prevede, come detto, una superficie di 15.000 mq vincolata ai tematismi sopra descritti, che non consentiranno, quindi, l’insediamento di qualsivoglia attività commerciale.

Vogliamo sottolineare, infine, che il Waterfront di Levante sarà un potente attrattore per la città di Genova che, grazie a interventi pubblici come questi, vuole porsi come città innovativa e che sa trasformarsi, all’avanguardia e moderna, massimamente attenta ai temi ambientali: insomma, una grande città internazionale, capace di generare investimenti importanti e in grado di catalizzare numerosi turisti e visitatori. La capacità di attrazione dall’esterno del Waterfront (promenades pubbliche sul mare, architettura, nuovi concetti di vita, parchi pubblici, palasport, fiera, diporto ecc.) dovrà permettere di irrorare, come siamo convinti, di nuova utenza anche il centro cittadino: anche questo è l’obiettivo su cui ci vogliamo misurare. Si comprende che questo obiettivo risulti distonico a chi si vantava di guidare la città verso la decrescita felice».

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