Cultura 

Van Dyck, le scoperte di Michela Fasce: il corvo di Paolina Brignole Sale in realtà è un pappagallo

Durante la ricerca, grazie alle indagini scientifiche, la studiosa, che il 13 aprile a Palazzo della Meridiana presenterà il libro “Antoon Van Dyck. Tecnica, progettazione, sviluppo” ha fatto anche una serie di scoperte, confermando alcune attribuzioni o, al contrario smentendole. Le svelerà in diretta Facebook alle 18:00 sulla pagina del Palazzo della Meridiana

«Si sono fatte alcune scoperte e si sono confermate alcune attribuzioni – spiega Fasce -. La più interessante è essere riusciti a colorare nuovamente il pappagallo nel Ritratto di Paolina Brignole Sale, che, non è un “corvo nero”, ma un Amazona Leucocephala riportandolo, tramite software, al colore immaginato da Van Dyck. Inoltre, si sono trovati numerosi pentimenti e rimaneggiamenti, eseguiti dall’artista, sui disegni progettuali, cioè quelli presenti sotto la pellicola pittorica. Il disegno iniziale, quindi, è stato modificato diverse volte prima di arrivare al progetto finale, come pure il colore, che non sempre presenta una stesura definitiva, ma è modificato. Infine, è risultato che il bambino Alberto, nell’opera de Il gioielliere Pucci con il figlio Alberto è stato dipinto da Van Dyck e non da un altro pittore, successivamente. Al contrario, il brano di frutta, presente sul dipinto Vertumno è Pomona, non appartiene, come già ipotizzato, a Jan Roos, ma è eseguito da un ignoto pittore, ma in generale tutta l’opera si diversifica dal modus operandi di Van Dyck».

«Durante la mostra su Van Dyck, tenutasi a Genova del 2018, è risultato evidente che lo studio dello sviluppo progettuale, pittorico e dell’utilizzo dei materiali, delle opere conservate nelle istituzioni culturali genovesi, non era mai stato affrontato – prosegue la studiosa -. Per questo motivo si è proposto un progetto che, grazie all’applicazione le indagini scientifiche, portasse a conoscenza il modo di costruire e quali materiali usasse Van Dyck nelle sue opere, durante il soggiorno genovese. I risultati della ricerca, presentati in questo testo e portati al convegno internazionale di Bruges nel marzo del 2022, si è svolta su un totale sedici dipinti e ha avuto il merito di fare luce su come lavorasse il pittore durante il suo soggiorno a Genova, ma ha permesso, anche, di eseguire un confronto con il modus operandi della sua vista artistica».

Michela Fasce
L’autrice, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, in Storia dell’Arte, in Diagnostica per i Beni Culturali e Specializzata in Storia dell’Arte, affronta da anni il tema dell’indagine diagnostica per comprendere, sia da un punto di vista scientifico, sia da un punto di vista storico, lo sviluppo delle tecniche pittoriche e i materiali utilizzati. Grazie alla strumentazione scientifica, di cui si è dotata, ha avuto modo di creare un ampio data-base utile a confrontare i materiali utilizzati e comprendere come avveniva la progettazione dei dipinti. Questo è utile a comprendere non solo come operavano gli artisti, ma, in alcuni casi anche se l’opera è autografa oppure no.

Diretta streaming all’indirizzo www.facebook.com/palazzodellameridiana

TITOLO: Antoon Van Dyck. Tecnica, progettazione, sviluppo
AUTORE: Michela Fasce (introduzione Prof.ssa Maria Clelia Galassi, prefazione prof. Paolo Bensi)
EDITORE: Il Geko
ANNO: 2023

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