Enti Pubblici e Politica Sindacale 

Ugl Fna chiede di tagliare le linee bus critiche, l’attacco di Uiltrasporti: «Genererebbe esuberi. Sconfitta per città e lavoratori»

Giuseppe Gulli, segretario regionale del sindacato dei trasporti Uil: «No al taglio degli orari dei bus sulle linee critiche: fare allarmismo e atteggiarsi a sceriffo non risolve i problemi. L’ultima idea del sindacato non trattante genera esuberi ed è una grande sconfitta per la città e per i lavoratori»

Ieri Roberto Piccardo, segretario generale di Ugl Fna, ha inviato ai media un vocale su WhatsApp, a mo’ di “comunicato vocale”, chiedendo a nome del suo sindacato lo stop nelle ore serali della linea 86 (che viaggia tra Thaon Di Revel/Brignole FS e San Desiderio) dove un’autista sarebbe stata aggredita verbalmente da alcuni passeggeri. Ugl Fna è “sindacato non trattante” (cioè che non è al tavolo aziendale dove le altre organizzazioni sindacali discutono dei problemi e chiedono soluzioni ad Amt) e lancia le sue richieste a mezzo stampa e non per il normale percorso sindacale.

La proposta di Piccardo ha sollevato un vespaio di polemiche tra i lavoratori e nei sindacati trattanti. Ugl Fna non è nuovo a provocazioni, giunte all’apice nel periodo del Covid. Di ieri sera la richiesta all’azienda, per l’ennesima volta a mezzo stampa e via messaggio WhatsApp ai media, di limitare il servizio di una delle linee, quella che serve i cittadini del popoloso quartiere di San Desiderio, conseguentemente privando la zona del trasporto pubblico locale la sera.

«Limitare il servizio sulla linea 86? Siamo matti? – sbotta Giuseppe Gulli -. La Uiltrasporti è sbalordita dalle dichiarazione irredentiste di un “sindacato non trattante” che si è espresso in merito ai problemi presenti sulla linea 86. Le criticità esistono e vanno affrontate con strumenti adeguati, di concerto con l’Amministrazione comunale e con l’azienda, senza provocare nella cittadinanza un’inutile sete di giustizia giocando sporco con l’insicurezza. Genova ha bisogno di sicurezza dentro e fuori dai bus in un’ottica di coesione sociale in cui il disagio va analizzato per essere risolto in un sistema di inclusione. Stiamo andando verso un servizio di trasporto pubblico gratuito e universale, limitare gli orari del servizio nelle linee più critiche significherebbe abbandonare i lavoratori e la cittadinanza al degrado senza provare ad affrontarlo. Esiste un tavolo di approfondimento sul tema della sicurezza istituito presso il Comune di Genova e presieduto dagli assessori Campora e Gambino, un tavolo in cui sono presenti anche l’azienda e la polizia locale. Il tavolo istituzionale di cui fa parte anche il sindacato trattante intende affrontare al meglio tutte le criticità che, di volta in volta, si presentano nel settore della mobilità urbana».

«Abbiamo strumenti normativi e culturali per poter intervenire e non sarà il taglio del servizio proposto da un “sindacato non trattante” a risolvere la situazione, anzi: arrendersi a vandalismo e violenza sarebbe una grossa sconfitta per tutti – prosegue Gulli -. Ricordiamo al “sindacato non trattante” che tagliare un servizio significa anche generare esuberi tra il personale. Come pensa il “sindacato non trattante” di risolvere il problema legato agli esuberi? Attraverso la cassa integrazione? Oppure usufruendo dei congedi d’ufficio? Per la Uiltrasporti tutto questo non può e non deve verificarsi. Le lavoratrici e i lavoratori devono poter lavorare in sicurezza e a garantire il loro benessere devono essere azienda e Amministrazione Comunale. Se sul territorio occorre un intervento urgente e mirato, questo deve partire dal coordinamento delle istituzioni, magari di concerto con la Prefettura di Genova. Il sindacato ha il dovere di tendere alla coesione sociale e non di infiammare gli animi attraverso la paura. Il sindacato che ha cuore il futuro e il benessere dei lavoratori deve stare al tavolo con le Istituzioni senza agitare la paura nelle persone attraverso soluzioni e ipotesi fantasiose. No al taglio del servizio come soluzione perché significherebbe consegnare le chiavi della città a chi la rende insicura».

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