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Carri armati sulla Bahari Jeddah in porto. La denuncia dei lavoratori del Calp

Nelle immagini postate dal collettivo portuale che da anni lotta contro l’attracco a Genova di quelle che definisce “le navi della morte”, la stiva è piena di carri M1 Abrams già armati

«Anche questa volta nonostante il cordone di Polizia e Guardia di Finanza e la complicità del silenzio dell’Autorità portuale, i lavoratori del porto di Genova hanno smascherato il carico di morte della nave Bahri – si legge sulla pagina Facebook del Calp, sotto le immagini scattate nella stiva della nave -.Si tratta di carri M1 Abrams già armati, prodotti in USA e diretti in chissà quale sporca guerra a bordo come di consueto delle navi della morte Bahri dell’Arabia Saudita. Sul ponte della stessa nave viaggiano in bella vista container pieni di munizioni e esplosivi. Tutto ciò senza che ci sia mai alcun controllo delle autorità competenti (Prefettura, Autorità portuale, Capitaneria di porto) nei confronti di queste navi denunciate da 3 anni a questa parte dai lavoratori e dai movimenti pacifisti e antimilitaristi, istanze ripetute nella manifestazione del 2 aprile scorso e consegnate al Presidente del porto Signorini che non ha degnato di una risposta né la società civile e nemmeno i Vescovi di Genova e Savona che se ne sono fatti principali interpreti. Gli unici controlli in porto sono diretti contro i lavoratori ai quali viene impedito di verificare la presenza e la destinazione di armi che essi non vogliono contribuire a fare circolare nel mondo, coscienti delle sofferenze e delle distruzioni che esse arrecano ai popoli già sfruttati dalle stesse potenze geopolitiche che quelle stesse armi producono e sulle quali lucrano. Ciò nondimeno grazie al coraggio di alcuni lavoratori abbiamo queste immagini che chiediamo a tutti di diffondere inchiodando alle loro responsabilità morali e materiali gli interessi politici e economici che ne sono all’origine. Pretendiamo di lavorare per commerci di pace, non di guerra criminale. Basta armi nel porto di Genova e in tutti i porti. Accendiamo fari di pace».

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