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Accordo con Aspi per i ristori, bagarre in Consiglio comunale. Approvato dalla maggioranza più IV

Abbiamo chiesto all’assessore a Bilancio e Lavori Pubblici Pietro Piciocchi di chiarire due questioni su cui ci hanno posto interrogativi i nostri lettori: 1º l’esenzione tariffaria non fa parte della partita dei ristori a seguito del crollo del Ponte Morandi, ma è legata e dipende dai lavori in corso. Il Comune ha già chiesto «una nuova contrattazione proprio per le esenzioni legate ai disagi dei cantieri». Sono due canali indipendenti. 2º Il tunnel portuale non sarà a pagamento. Anche se il costo della costruzione dovesse essere più alto di quello previsto, non sarà introdotto il pedaggio, ma l’eccedenza sarà inserita nel calcolo dei pedaggi nazionali. A certificare il costo non sarà Aspi, ma una commissione del Ministero di cui farà parte anche il Comune. Ecco cosa è successo in consiglio, dalle critiche della minoranza, alla posizione di Italia dei Valori che sarebbe in minoranza, ma ha votato a favore. Contrasti tra il M5S e il presidente del consiglio Bertorello. Il discorso del sindaco Bucci e la spiegazione integrale dell’assessore Piciocchi

All’ordine del giorno, l’approvazione dello schema di accordo di ristoro tra Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure occidentale, Regione Liguria, Comune di Genova, Città Metropolitana e Autostrade per l’italia s.p.a. in ordine ai danni subiti a seguito del crollo del viadotto Polcevera (ponte Morandi).

Sulla delibera è stata presentata una richiesta di sospensiva dal Partito Democratico, respinta con 24 voti contrari (Lega Salvini Premier, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Vince Genova e Cambiamo) e 16 voti favorevoli (Pd, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Lista Crivello e Ubaldo Santi del Gruppo Misto).

Gruppo PD Comune di Genova

«Il Comune ha raggiunto con Autostrade un accordo deludente, che mette fine ad ogni pretesa risarcitoria per il crollo del ponte Morandi senza averne condiviso il contenuto con la città, con i familiari delle vittime, con i Municipi e i comitati e le associazioni della Val Polcevera, con i rappresentanti delle categorie economiche maggiormente pregiudicate – recita una nota dei consiglieri Dem -. Lo schema di accordo è arrivato quasi di nascosto. Inserito ieri all’ordine del giorno di un consiglio comunale già convocato per trattare altro. La documentazione è stata messa a disposizione dei consiglieri solo nella tarda serata di ieri, quasi nella speranza che nessuno lo leggesse.
Lo abbiamo letto, e consideriamo inadeguato il contenuto dell’accordo. Dal 1º gennaio ritornano i pedaggi sul tratto genovese dell’A10. Nonostante l’anno scorso Autostrade si fosse impegnata a garantire la gratuità per dieci anni fino alla fine del 2031. L’accorciamento della gratuità costerà ai genovesi tra i 13 e 15 milioni l’anno. Nessuna garanzia di gratuità dei due tunnel subportuale e della Fontanabuona, che Autostrade si impegna realizzare spendendo 930 milioni. Oltre quella somma, scatterà il pedaggio pagato dai genovesi. E chi costruirà le due opere? Con ogni probabilità la stessa Autostrade, che non avrà alcun interesse a contenere i costi. Autostrade si impegna a realizzare opere che avrebbe dovuto comunque costruire per rendere efficiente la propria rete in concessione. Dal nuovo casello di Multedo al nodo di San Benigno, nessun regalo, ma opere dovute che in parte saranno pagate con i futuri pedaggi. L’unica buona notizia sono i 3 milioni per gli abitanti sotto il Viadotto Bisagno. Ma è già certo che non basteranno per risolvere il problema dell’interferenza del viadotto. E per questo abbiamo chiesto maggiore chiarezza già dalle prossime settimane. Abbiamo espresso tutta la nostra contrarietà per il metodo e per il contenuto di un accordo che non risarcisce le sofferenze subite dalla città, ed è un’offesa ai genovesi.A fronte di opere ancora da progettare e autorizzare che chissà quando vedranno la luce, dal 1 gennaio ricominceremo a pagare il pedaggio ad Autostrade. Genova ha bisogno di un altro accordo che risarcisca davvero la città».

MoVimento 5 Stelle Genova

«Il M5S ha presentato oggi, in Consiglio comunale, due ordini del giorno per impegnare il sindaco e la Giunta a inserire all’interno dello schema di accordo due punti che riteniamo fondamentali: che sia a carico di Aspi la totale copertura economica per la realizzazione delle opere di mitigazione dell’impatto viario in lungomare Canepa e a indicare con chiarezza all’interno dell’accordo, e prima della ratifica dello stesso, le zone individuate dal Comune di Genova per la realizzazione di parcheggi di mezzi pesanti che, a quanto apprendiamo, saranno finanziati con le risorse derivanti dal risarcimento». Lo dichiara il capogruppo comunale del M5S Luca Pirondini.
«Al netto dell’esito dell’accoglimento dei nostri atti, prima del voto abbiamo chiesto alla Giunta alcuni doverosi chiarimenti tecnici. Sindaco e Giunta non hanno voluto rispondere e contestualmente ci hanno tolto la parola impedendoci di votare» prosegue il capogruppo pentastellato.
«In merito al vergognoso comportamento chiaramente tenuto oggi in Aula, ho richiamato ufficialmente il presidente del consiglio (Federico Bertorello n. d. r.), comunicando che rifletteremo su un’eventuale mozione di sfiducia: il presidente non può prendere ordini dal Sindaco e soprattutto non può negare una legittima richiesta di chiarimenti fatta alle segreterie» fa sapere in merito il consigliere Stefano Giordano.

Italia Viva

Il Gruppo Italia Viva del Comune di Genova ha votato a favore della delibera. «Ma – ha dichiarato il capogruppo di Italia Viva del Comune di Genova Mauro Avvenente – riteniamo che la bozza sia migliorabile. La strada maestra tracciata dall’immane tragedia del crollo del ponte Morandi può, in primo luogo, essere estesa a tutte le realtà abitative poste in prossimità di infrastrutture di cui subiscono la presenza. Il nostro partito mira pragmaticamente al fare. Siamo convinti che questa operazione in nessun modo possa risarcire il dramma delle famiglie delle 43 vittime e quindi riteniamo che il Comune di Genova debba mantenere la sua costituzione a parte civile nel processo in corso. Ma comprendiamo come non sia stata percorsa la strada processuale penale o civile in merito ai ristori, con il rischio di eccessive lungaggini, a favore di un accordo che persegue l’obiettivo di indennizzi per gli enormi disagi subiti dalla città e dai suoi cittadini. Apprezziamo anche l’impegno della presidente della Commissione Trasporti alla Camera per trovare le risorse necessarie. Risorse che vanno utilizzate anche per realizzare infrastrutture di fondamentale importanza, come lo skytram che potrà fare uscire la Val Bisagno dall’isolamento dovuto all’assenza di una linea ferroviaria, o la realizzazione del casello autostradale di Multedo previo il tanto agognato trasferimento della Carmagnani in area portuale, quindi lontano dalle abitazioni». Progetti ritenuti decisivi nel miglioramento della generale mobilità cittadina. Avvenente ha anche con forza tenuto a sottolineare come i documenti relativi alla delibera su un tema così importante come l’accordo sui ristori ai danni del ponte Morandi, siano stati forniti con un anticipo insufficiente a una lettura accurata: «Una modalità – ha dichiarato – che spesso viene messa in atto dalla Giunta e che dovrebbe essere sostituita da un piano di lavoro più rilassato, visto che discutere di questa e altre delibere con una settimana di tempo in più per riflettere, difficilmente potrebbe incidere sul futuro delle decisioni su cui è impegnato il Consiglio comunale».

Il sindaco Marco Bucci

«Al capogruppo Movimento 5 Stelle Luca Pirondini vorrei ricordare per l’ennesima volta di avere presentato, all’allora governo Conte, la richiesta di rinunciare al mio stipendio di commissario straordinario alla demolizione e ricostruzione di ponte Morandi. Mi è stato risposto con un decreto della Presidenza del Consiglio, firmato dall’allora ministro Toninelli, che riduceva il mio stipendio del 50%, non essendo possibile portarlo a zero. Io ho una lettera del ministro Toninelli che dice che lo stipendio doveva essere ridotto del 50% – ha detto Marco Bucci in consiglio -. Ricostruendo la questione della trattativa per il rimborso di Autostrade alla città di Genova, la prima volta che è venuta fuori una bozza di accordo tra Governo (Governo Conte II) e Autostrade per l’Italia (Aspi) è stato nell’agosto 2020, subito dopo l’inaugurazione del ponte, e con nostra grande sorpresa nell’accordo si parlava di 700 milioni di costo del ponte (costato in realtà poco più di 500 milioni). Poi c’erano 150 milioni per Genova e un miliardo e 200 milioni per la riduzione delle tariffe autostradali in tutta Italia: troppo limitativo, si riteneva allora, ridurle nella sola Genova. Noi ci siamo ribellati e a metà settembre il Comune di Genova ha inviato una lettera ad Aspi e al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture un rimborso di un miliardo e mezzo per danni alla città di Genova. La nostra richiesta è stata ritenuta irricevibile e così abbiamo cominciato a negoziare. Risultato: da 150 milioni per Genova siamo passati a 1 miliardo e 455 milioni di euro. Questi 150 milioni, che erano le cosiddette esenzioni del pedaggio fino al 31 dicembre 2031, non sono mai state applicate, ma erano delle ipotesi per i rimborsi a Genova. Le esenzioni di pedaggio che abbiamo visto tutti si riferivano per una prima parte a quando era crollato il ponte, per una seconda parte invece alla manutenzione autostradale. Tutto ciò non c’entra assolutamente nulla con questo accordo: è tutta un’altra cosa che verrà stabilita da altri accordi che farà la Regione a tempo debito, quindi questo accordo non ha niente a che vedere con l’esenzione dei pedaggi autostradali. Alla fine siamo passati da 150 a 1.455 milioni di euro per Genova. Chi non è contento lo dica. Non abbiamo chiesto 3 miliardi perché per gli esperti non c’erano possibilità. Per quanto riguarda la richiesta di costituzione di parte civile, le imputazioni di Aspi e Spea riguardano la legge 231 sulla sicurezza, non riguardano i danni alla città. Dunque la possibilità di avere un rimborso per i danni alla 231 era minima. Questa strada era assolutamente impraticabile per chiunque se ne intenda. L’alternativa al risarcimento immediato era di andare in tribunale con la causa civile, che è cosa diversa dalla costituzione di parte civile che noi manterremo non solo con Aspi e le aziende anche nella parte penale, per ciascuno degli imputati, rispetto a ognuno dei quali abbiamo il diritto a chiedere ulteriori risarcimenti. Rispetto alla congruità del tunnel subportuale, il progetto è stato rifatto nell’ultimo anno e il valore è assolutamente congruo. Se il costo fosse minore, la differenza sarebbe restituita in altri progetti. Se fosse maggiore, questo costo verrà messo in tariffa e non in pedaggio: il tunnel rimarrà sempre gratuito. La tariffa, distribuita su tutta l’Italia, potrà avere un aumento a livello nazionale nel tempo, andando a comporre gli aumenti tariffari che Aspi ha sempre ottenuto da 20-25 anni a questa parte. Chi stabilisce se i valori siano giusti o sbagliati? L’organo più autorevole: il Mims, Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile. Abbiamo dibattuto se fosse il caso di venire in Consiglio Comunale perché forse la Giunta poteva approvare la delibera senza passare dal Consiglio Comunale. Una cosa così importante andava discussa in Consiglio Comunale e tutti i 41 consiglieri, comunali, me compreso, si devono assumere a responsabilità di votare sì, votare no oppure astenersi. L’ultima cosa la dico per rispetto dei parenti delle vittime, con cui abbiamo parlato. Come sapete, molte famiglie hanno accettato il risarcimento. Rispetto questa scelta. Io mi sono chiesto: cosa deve fare la città di Genova? Deve avere i rimborsi, deve avere una cifra significativa avendo sofferto molto. E questa cifra deve servire per lenire le sofferenze. Sarà distribuita equamente a tutti? Non so come facciamo a farlo. Facciamo cose per la città. Investiamo sulla città, questo è il succo dell’accordo. Il resto è polemica strumentale».

L’assessore Pietro Piciocchi

«L’esenzione dei pedaggi autostradali, collegata ai cantieri, resterà fino a quando ci saranno cantieri in atto e su questo mi pare necessario sgomberare il campo da mistificazioni a danno dei genovesi – spiega in una nota l’assessore ai lavori Pubblici e al Bilancio Pietro Piciocchi -. Un conto sono i ristori collegati al crollo del Morandi e altra cosa sono le esenzioni dei pedaggi per i cantieri sul nodo genovese in relazione all’avanzamento del piano di lavori sulla rete. Inoltre, abbiamo già chiesto una nuova contrattazione proprio per le esenzioni legate ai disagi dei cantieri. Per quanto riguarda lo schema di accordo porta a Genova 1 miliardo e mezzo di euro di ristori post crollo, un punto di partenza decisamente positivo per la nostra città che vede formalizzato un diritto di credito nei confronti di Aspi, a prescindere dal riassetto societario in corso, con garante lo Stato. Inoltre, le opere saranno finanziate da risorse indipendenti dai pedaggi. Sinceramente non capisco la polemica sollevata da alcuni componenti della minoranza, che evidentemente si sono fermati ai titoli e non hanno letto nel merito i contenuti dell’accordo, e subito cavalcata da chi vuole confondere le acque e disorientare i genovesi. Come ho detto oggi in commissione è ribadito in consiglio, inoltre, ogni accordo è perfettibile e in questo caso l’accordo non è definitivo, ma solo un punto di inizio fondamentale. Rispetto a quanto stabilito nel precedente accordo del 2020 che si limitava al riconoscimento di 150 milioni di ristori sui pedaggi, oggi portiamo a casa, oltre a 200 milioni per la mitigazione tariffaria, un impegno scritto sulla realizzazione di opere infrastrutturali attese da tempo che contribuiranno all’ammodernamento e alla maggiore sicurezza dei collegamenti della nostra città. Un risultato storico per Genova».

La delibera è stata approvata con 26 voti favorevoli (Lega Salvini Premier, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Vince Genova, Cambiamo e Italia Viva), 8 contrari (Partito Democratico, Lista Crivello e Ubaldo Santi del Gruppo Misto). Il Movimento 5 Stelle non ha votato.

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