diritti e sociale 

Sinistra Universitaria chiede sportelli antiviolenza in Ateneo

Dopo il caso della ragazza che ha denunciato l’indifferenza del personale Amt dopo essere stata molestata sul bus, gli studenti ritengono anche «necessario e non più rimandabile introdurre percorsi di educazione alla sessualità sin dalle scuole, affinché i bambini acquisiscano il linguaggio dell’amore e del rispetto, fino all’età adulta perché solo tramite la formazione possiamo costruire una società meno aggressiva»

«Non è più il tempo delle parole – dicono gli studenti di Sinistra Universitaria -. È giunto il momento in cui le istituzioni e tutti gli enti sociali agiscano per cambiare l’humus culturale in cui viviamo, fornendo alle persone strumenti per acquisire il linguaggio, verbale e non verbale, del rispetto dell’altro a 360° gradi e per abolire questo substrato di abuso, di violenza e di maschilismo che ogni giorno avvelena la nostra società. Pensiamo che sia necessario compiere un atto concreto affinché sempre più persone possano denunciare atti di violenza fisica, psicologica o verbale: nello specifico chiediamo che sia creato, tramite la collaborazione di Regione Liguria, UniGe e Comune di Genova, uno sportello antiviolenza nella sede dell’Università degli Studi di Genova, valutando la possibilità di aprirne anche nelle sedi distaccate. Prendendo spunto da quanto fatto in altre università italiane, riteniamo opportuno coinvolgere anche le associazioni che da anni si occupano di queste attività e i centri antiviolenza già attivi nel territorio e pensiamo ad uno sportello che si rivolga a quelle persone che subiscono violenza per il loro genere, orientamento sessuale o identità di genere. Violenze, umiliazioni, discriminazioni e abusi, qualunque sia la loro natura, sono spesso resi possibili dai tanti silenzi delle vittime, spesso scoraggiate e impaurite, a cui invece vorremmo dare voce con gli strumenti dell’attenzione e della solidarietà, affinché nessuno si senta più solo. Il mancato aiuto degli autisti Amt e la frase del carabiniere sono il motivo per il quale molte vittime trovano nel denunciare una reiterazione del dolore e non un aiuto, chi avrebbe il compito di rassicurarti getta il sale sulla ferita. Questo non deve più accadere e noi vorremmo dare alle persone un aiuto concreto, uno strumento per denunciare ogni tipo di violenza, affinché nessun abuso venga più taciuto. L’Università è sede di formazione degli studenti, di ricerca e di promozione culturale, ha la possibilità di governare i processi sociali: ora deve farsi carico di questo momento cruciale e creare uno sportello antiviolenza sarebbe un messaggio importante. La nostra richiesta è di accendere la luce in una zona d’ombra affinché una persona in difficoltà possa trovare un supporto e non un’inaccettabile riduzione dei fatti».

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