Oggi a Genova 

Luci accese in piazza delle Erbe, i titolari dei locali: «Vogliamo solo lavorare»

I gestori dei pubblici esercizi del cuore della movida, da stasera, effettueranno una protesta luminosa, nel rispetto delle regole di prevenzione del Covid: «Ancora un mese di zona arancione causerebbe la chiusura di tante aziende. Chiediamo di poter servire nei dehors»

Ecco la lettera

È passato un anno dall’inizio della pandemia, nessuna delle misure adottate a sostegno del nostro settore è stata concreta ed efficace.

Le Associazioni di categoria, così come tutti i gruppi spontanei e le singole imprese si sono battute ogni giorno per far sentire la loro voce. Una voce, che giorno dopo giorno, si alza sempre di più per essere ascoltata, giustificata da una reale paura nei confronti di un futuro che si prospetta sempre più buio.

Abbiamo adeguato i nostri locali per la sicurezza della nostra clientela e dei nostri dipendenti, abbiamo seguito le regole, abbiamo investito nelle nostre imprese per lavorare. Ma tutto questo non è bastato ed oggi ancora una soluzione non si è trovata.

Siamo al tredicesimo mese di pandemia, le nostre attività continuano ad accumulare debiti su debiti, senza che nessun intervento efficace sia ancora stato fatto, né per per salvaguardare le attività, né per salvaguardare gli imprenditori. Considerando l’importanza che il settore dell’ospitalità riveste nel nostro Paese, questo tipo di trattamento non è più accettabile.

Noi, locali di Piazza delle Erbe, come sempre, sentiamo la necessità di restare uniti, di darci forza e sostegno, facendo vedere che ci siamo, ma chissà per quanto. Perché un intero mese privo di zone gialle potrebbe essere il colpo di grazia per le nostre attività come per tantissime altre.

Lo slogan scelto è molto chiaro: vogliamo solo lavorare.
Vogliamo lavorare in sicurezza.
Vogliamo sicurezza per noi, per i nostri dipendenti e soprattutto per i nostri clienti.

Piazza delle Erbe è tra i punti centrali della nostra città e vederla vuota, inutile, come semplice luogo di passaggio per coloro che abitano nel centro storico, ci rattrista ogni giorno di più. Noi esercenti lo abbiamo accettato, siamo consapevoli della situazione di emergenza che vive il nostro Paese, ma in questo momento ci troviamo a gridare alla nostra emergenza: ci troviamo schiacciati dentro a un paradosso normativo che alimenta solo tensioni.

Ci chiediamo perché non si possa pensare di utilizzare i tavoli all’aperto, in totale sicurezza e controllo, anche durante la zona arancione.
Siamo coscienti del fatto che per bere e mangiare si debba abbassare la mascherina e per questo motivo continuiamo a insistere sull’importanza dell’utilizzo dei tavoli esterni, e di tutte le misure che garantirebbero la sicurezza. Da troppo tempo siamo diventati il capro espiatorio di una politica che ignora le nostre richieste e le nostre necessità, ma ci grava di ruoli che non ci competono, chiedendo di garantire la sicurezza esterna al nostro locale anche quando siamo costretti a lavorare solo con l’asporto. Obiettivo della nostra iniziativa è dire che siamo qui per trovare e proporre soluzioni per lavorare in sicurezza per la tutela e sopravvivenza dei nostri locali, mettendo al primo posto la salute.

A PARTIRE DAL 7 APRILE TUTTE LE NOSTRE ATTIVITÀ RIMARRANNO APERTE DOPO LE 18:00 CON LE SERRANDE ALZATE E LE LUCI ACCESE, RISPETTANDO QUELLO CHE IMPONE IL DPCM, NON EFFETTUANDO ALCUN SERVIZIO DA ASPORTO MA ILLUMINANDO LA PIAZZA.

Ne approfitteremo per confrontarci, per capire come sopravvivere e possibilmente cercare e trovare un dialogo con le Istituzioni, esprimendo proposte e critiche.
Perché vogliamo fare la nostra parte, per non morire come imprenditori, per tutelare i nostri dipendenti, ma sopratutto per garantire la dignità del nostro lavoro.

Saremo lì tutti insieme, per far vedere che ci siamo e che siamo imprenditori, degli operatori dell’ospitalità allo stremo delle forze. Il nostro settore è stato bastonato, umiliato ed è quotidianamente vessato.
Dopo un anno la misura è colma.

Continuiamo a dover rispettare DPCM che non comprendiamo appieno, nonostante le varie proposte avanzate dalle più svariate associazioni di categoria.
Dall’altra parte continuiamo a trovare un enorme muro di gomma che ci fa sentire totalmente isolati da un tessuto sociale di cui, da sempre, siamo uno dei collanti essenziali.

LE LUCI SI ACCENDERANNO per dimostrare che ci siamo e che vogliamo essere parte della soluzione, non vogliamo inutile assistenzialismo e non vogliamo essere un problema. Purtroppo per molte realtà il tempo delle parole è già finito, ma noi, che ancora resistiamo, vogliamo renderci disponibili ad un dialogo con le Istituzioni per trovare soluzioni che possano essere utili per la nostra sopravvivenza e quella di un settore che ci ha resi orgogliosi nel mondo.

QUINDI ESTENDIAMO L’INVITO A TUTTI COLORO CHE AVRANNO VOGLIA DI PARTECIPARE PER CERCARE CON NOI PROPOSTE CONCRETE.

I LOCALI DI PIAZZA DELLE ERBE


In copertina: foto d’archivio

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