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Il fulmine positivo (come quello delle alture di Quarto): fino a 300mila ampere e un miliardo di volt

La saetta che ieri sera ha causato l’incendio è piuttosto rara (meno del 5% di tutti i fulmini) ed è del tipo che causa circa l’1% degli incendi in Italia. Viaggia a una velocità di 50.000 chilometri al secondo e può colpire fino a 40 km di distanza da dove si è generata. Dove si abbatte, può scavare crateri anche di qualche decina di centimetri

Appena l’1,1% degli incendi è attribuibile a cause naturali, com’è accaduto ieri. Gli altri sono accidentali (ad esempio generati da scintille dell’attrito dei treni sulle rotaie, 0,5%) colposi (mozziconi di sigaretta mal spenti o sterpaglie bruciate che sfuggono al controllo, 34,4%) o, per la maggior parte (si calcola oscilli tra il 50 e il 60%), dolosi. L’unica causa naturale rilevante in Italia è il fulmine. C’è poi un’altra piccola percentuale di incendi di cui è stato impossibile ricostruire l’origine.

Secondo uno studio di qualche anno fa dei Vigili del fuoco «Solo una piccolissima percentuale di incendi può essere considerata naturale, causata cioè da eventi propri della natura e quindi inevitabili. Tra le cause naturali l’unica che ha rilevanza in Italia è il fulmine. La sua incidenza è variabile ma comunque contenuta. Gli incendi causati da fulmine si verificano prevalentemente nelle zone montane, nelle quali gli alberi conducono con facilità le scariche elettriche. Il fulmine appicca il fuoco al legno dell’albero o alla lettiera, spesso in zone impervie, per cui l’avvistamento del focolaio può essere tardivo e gli interventi difficoltosi. Tra le altre cause naturali sono da considerare le eruzioni vulcaniche
e le autocombustioni. Le prime sono rare e circoscritte ad aree particolari: gli incendi si originano quando la lava incandescente entra in contatto con la vegetazione del bosco, come è capitato in Sicilia con il risveglio dell’attività vulcanica dell’Etna. Il fenomeno dell’autocombustione è praticamente impossibile: non si verifica nelle condizioni climatiche che caratterizzano il nostro territorio».

Cosa è successo ieri?

Gran parte della città ha sentito un grosso botto e ha visto il lampo di luce, ma su metà della città il cielo era pressoché sereno mentre le nubi si concentravano nel levante.

La foto è stata scatta subito dopo il tuono, alle 19:29. Si vede il levante sotto la tempesta mentre la Ripa Maris, il grattacielo di piazza Dante e la chiesa di Carignano sono illuminati da ponente dalla luce del tramonto.

Sopra: lo screenshot della mappa dei fulmini di ieri alle 19:29 (pochi secondi dopo la foto sopra). In bianco quelli appena caduti, in arancione quelli caduti da alcuni minuti. Nel circoletto rosso il fulmine che ha causato l’incendio. La difficoltà, per i vigili del fuoco che hanno dovuto domare le fiamme e hanno lavorato fino al mattino, è stata quella di dover raggiungere con le pompe il luogo, distante circa 400 metri dalla strada carrabile.

Il casolare semi abbandonato colpito dalla saetta è andato distrutto, ma i pompieri (grazie all’estensione di tubi lunghissimi e a due autobotti costantemente rifornite) sono riusciti a evitare che le fiamme si allargassero al bosco. Questi fulmini “super-carichi” hanno energia a sufficienza per viaggiare a molti chilometri di distanza dalla nube che li ha originati, colpendo così il suolo anche in zone dove il cielo appare sereno. Si parla, appunto, di “fulmine a ciel sereno”. È per questo che, se anche il cielo è limpido, ma dalle nuvole che stanno sopra una zona vicina si sente il brontolio dei tuoni in lontananza, bisogna ripararsi. I fulmini positivi discendenti possano colpire in un raggio di 40 chilometri, più o meno fino a dove si sente il tuono.

Esistono quattro diversi tipi di fulmini:

  • Negativo discendente, la scarica pilota ha carica negativa e parte dall’alto.
  • Positivo discendente, la scarica pilota ha carica positiva e parte dall’alto.
  • Negativo ascendente, la scarica pilota ha carica negativa e parte dal basso.
  • Positivo ascendente, la scarica pilota ha carica positiva e parte dal basso.

La velocità è variabile e dipende sia dalle condizioni di umidità che dalla differenza di potenziale della scarica, ma si muove tra i 40.000 e i 50.000 km/s.

Le più pericolose sono proprio le saette a carica positiva discendenti che hanno un’energia fino a 100 volte più intensa rispetto ai più comuni fulmini a carica negativa. I fulmini negativi discendenti possono creare crateri profondi anche decine di centimetri. Si ha notizia di uno di questi fulmini che, nel Michigan, ha scaraventato il campanile di una chiesa a 300 metri di distanza, ovviamente mandandolo in pezzi.

I fulmini positivi costituiscono meno del 5% di tutti i fulmini. Poiché ha origine nei livelli superiori delle nubi, la quantità di aria che devono attraversare per raggiungere il suolo è solitamente molto maggiore. Pertanto, i campi elettrici sono in genere molto più forti di quelli dei fulmini negativi. La durata del flash è più lunga e la carica di picco e il potenziale è fino a dieci volte maggiore rispetto ai fulmini negativi: fino a 300.000 ampere e un miliardo di volt.

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