Oggi a Genova 

Il naturalista Cresi: «Due Mignattai nel torrente Sturla»

Secondo l’esperto è infondata la notizia della presenza di un orso in Vallescrivia. «Le orme sono sì di un plantigrado, ma di un comune tasso, animale presente in maniera stabile da anni in zona»

«Due Mignattai nel torrente Sturla. L’avifauna della Liguria aggiunge un interessante avvistamento. Due esemplari di “Mignattaio” (Plegadis falcinellus) un uccello della famiglia degli Treschiornitidi, di cui fa parte anche l’Ibis sacro, stazionano alla foce del torrente Sturla». Lo annuncia il naturalista Ugo de Cresi che spiega: «Sono riconoscibili dal lungo becco ricurvo che ha dato loro anche il nome scientifico che in latino significa falce. In Liguria sono presenti in numero di uno o due esemplari all’anno, tranne nel 2019 quando nei pressi di Arenzano arrivò uno stormo di 30 esemplari. È un uccello di medie dimensioni con apertura alare che sfiora il metro. Ha una livrea bellissima con riflessi verde-metallico su base marrone. Nel quartiere di Sturla sono già diventati famosi poiché sono visibili dal marciapiede che costeggia la massicciata del torrente che ospita una interessante biodiversità: cinghiali, germani reali, una volpe, la presenza fissa di un Airone cinerino ed in questi giorni anche un Airone bianco maggiore ed alcune gallinelle d’acqua (Gallinula chloropus). Piccoli pesci, anfibi, ma anche invertebrati e insetti costituiscono la parte essenziale della dieta del Mignattaio, che in Italia giunge di solito a primavera, ed è quindi molto importante non fornire loro cibo».
«In Liguria – prosegue il naturalista – esiste una rete strutturata di osservatori di avifauna che in maniera capillare si occupa di far circolare le notizie sugli avvistamenti delle specie più interessanti. Un lavoro volontario di birdwatchers che si interfacciano sulle piattaforme social in gruppi come Liguriabirding, ROL (rete osservatori liguri) ed EBN. È grazie a loro che si possono fotodocumentare queste splendide testimonianze di biodiversità della Liguria. Anche nel campo della fauna terrestre esiste un gruppo  facebook chiamato zampe libere che monitora costantemente il territorio. Decine di sentinelle naturalistiche che percorrono i crinali dell’appenino ligure fotografando e studiandone le presenze selvatiche. Proprio in ragione di tale assidua frequentazione il responsabile del gruppo zampe libere (il naturalista Ugo de Cresi) smentisce la notizia pubblicata da una testata genovese riguardante la presenza di un orso in Vallescrivia e la ancora più assurda ipotesi della liberazione di una coppia di orsi in Val Trebbia».
«Le ipotesi formulate nell’articolo dell’orso sono del tutto prive di fondamento scientifico – prosegue Ugo de Cresi -. La fotografia allegata all’articolo ritrae le impronte sì di un plantigrado, ma di un comune tasso, animale presente in maniera stabile da anni nell’aerale. Sembrano quelle di un orso poichè non sono state dimensionate, ossia non è stato posto -come si dovrebbe fare per tutte le tracce animali- un riferimento dimensionale accanto all’impronta. Nessuno scherzo di zampe imbalsamate. Di fotografie di impronte simili ne abbiamo pieni gli archivi».

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