Oggi a Genova 

Ribellione alle norme Covid, la Questura: «Non si hanno notizie di ristoranti aperti»

Nessuna sanzione né dalla Polizia locale né dalla Polizia di Stato a gestori e clienti che non avessero rispettato le norme di prevenzione Covid. Molti i locali aperti e sanzionati dalla PS a Ventimiglia dove c’è stata l’invasione dei francesi. In Francia, per prevenire l’aumento dei contagi, bar e ristoranti sono chiusi da ottobre e resteranno chiusi almeno fino a Pasqua

Non vengono segnalate sanzioni ai locali da parte della Polizia locale. Per quanto riguarda i Carabinieri, soltanto domani si potrà sapere se ci sono state sanzioni, ma è certo che non è stato predisposto alcun servizio straordinario per il controllo del rispetto delle norme relative alla zona arancione per quanto riguarda i pubblici esercizi.
Alle 17:25 di oggi la Questura faceva sapere che <non si hanno notizie di locali che nella giornata odierna hanno aperto né di sanzioni inflitte>.
Tutto questo mentre diversi esercenti si facevano intervistare e comparivano in video e intervista di svariati media dando anche il dettaglio dei coperti. Lo chef stellato di The Cook, Ivano Ricchebono ha parlato, ad esempio, di 7 tavoli, con qualche cliente che non se l’è sentita di rischiare la sanzione ed è sostituito da altri clienti in lista.
Non è chiaro, quindi, se i titolari dei locali genovesi che hanno dato ampio risalto alla loro disobbedienza abbiano bluffato a favor di telecamera per poi non aprire davvero o se siano state le forze di Polizia a non avere notizia di quanto è accaduto malgrado il pesante battage social e media da parte dei contestatori.
Nella zona di Imperia, invece, i controlli delle forze dell’ordine hanno portato all’accertamento di parecchi ristoranti aperti a Ventimiglia (la zona di confine è quella a più alto tasso di contagio per la vicinanza con la Francia dove il virus ruggisce più che in Italia) e di almeno uno a Sanremo. Insieme ai gestori, decine di clienti sono stati identificati: molti erano francesi giunti in Italia. Non potrebbero nemmeno uscire dal loro paese. In Francia bar e ristoranti sono chiusi da ottobre su tutto il territorio nazionale e lo rimarranno almeno fino a Pasqua.
<Il nostro intervento rappresenta una sconfitta per tutti> ha detto il questore di Imperia Pietro Milone, che nella giornata di ieri aveva tentato con la “moral suasion”.

La situazione in Francia: locali chiusi da ottobre e almeno fino a Pasqua

Il coprifuoco impone la chiusura alle 18:00 per tutte le attività, negozi compresi. Dal 1 ° febbraio sono state chiuse per precauzione le attività non alimentari di oltre 20mila metri quadrati.

Per limitare la concentrazione dei flussi e favorire l’attività commerciale è stata concessa la possibilità di apertura dei negozi la domenica e si incoraggiano gli esercizi a sfruttare ulteriori possibilità di apertura durante la pausa pranzo.

In Francia i ristoranti resteranno chiusi (sono chiusi da ottobre) almeno fino a Pasqua. Le attività di ristorazione potranno riaprire non prima del 6 aprile, ma si tratta solo di un’ipotesi (la più favorevole) ancora tutta da confermare.

Tutti i settori ancora soggetti a chiusure amministrative (bar, ristoranti, discoteche, ecc.) o direttamente interessati dalle misure sanitarie continueranno a beneficiare delle misure di aiuto.

Tutte le attività, tutti gli stabilimenti, tutte le strutture che oggi sono chiuse, rimarranno tali nelle prossime settimane. È il caso di cinema, teatri, sale per spettacoli, strutture sportive e ricreative. Questo è anche il caso, appunto, anche di bar e ristoranti.

Per quanto riguarda le località di sport invernali, il Governo francese ha fatto sapere che <la circolazione epidemica non consente di prendere in considerazione la riapertura>.

Viaggi internazionali e oltremare: dato il rischio di diffusione di ceppi varianti di Covid-19, da domenica 31 gennaio, qualsiasi entrata in Francia e qualsiasi uscita dal nostro territorio verso o da un paese al di fuori dell’Unione Europea sarà vietata a meno che non vi sia un giustificato motivo. 

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