Politica 

De Micheli: «I disagi? Una narrazione». E Genova insorge

<È sbagliata la narrazione nel dire che la Liguria è irraggiungibile. Ho detto questo agli imprenditori. I problemi saranno risolti>. Questo ha spiegato il ministro dopo l’incontro con imprenditori e sindacati, oggi. Sì, il problema è la “narrazione”, ma quella della politica, vale per il Covid e vale per il dramma delle autostrade, vale per tante altre cose. La “narrazione” è il virus che ha preso la politica di destra e di sinistra, come se le cose diventassero vere o false solo perché le dici o non le dici. E ai liguri non si può dire né che il Covid non esiste né che la Liguria non sia isolata. Ecco come hanno reagito imprenditori e sindacati

Vero è che i canali nazionali hanno divulgato ben poco il dramma della Liguria, sui due temi: Covid e autostrade. Un modo per preservarci dalla pubblicità negativa (che poi è semplicemente cronaca) o un modo di mettere la polvere sotto il tappeto? Certo è che la “narrazione” funziona finché non ci sono testimoni a raccontare. Certo è che oggi il ministro De Micheli è venuta qui a raccontare ai protagonisti del dramma della viabilità che sarebbero dei visionari. E agli imprenditori che Genova e Liguria stanno come le altre regioni, come se noi, oltre al Covid, non stessimo scontando anche il crollo del ponte e le manutenzioni autostradali.

Sarà forse che i politici, a furia di raccontarle, se le credono davvero? Tanto da aver la sfrontatezza di dirle in favore di telecamera. Così, durante le fasi più dure del Covid il duo Giovanni Toti-Sonia Viale raccontavano di assistenza domiciliare perfetta quando non sarebbe cominciata a Genova che dopo un mese e mezzo dall’inizio dell’epidemia e decine e decine erano le persone che denunciavano di essere abbandonate a se stesse a casa. Ora scopriamo di non aver passato gli ultimi due mesi in coda. Cosa autorizza i politici a pensare che negheremmo le nostre stesse esperienze, magari sotto il pressing dei social?
Oggi all’ordine del giorno c’è la narrazione (quella sì, lo è) di una Liguria frignona, che soffrirebbe come le altre Regioni, ma si lamenterebbe di più. Un’offesa all’intelligenza di migliaia di liguri esasperati.

Evitiamo di dare nota dei commenti dei politici come sempre l’un contro l’altro armati (salvo, poi, usare identici metodi) e diamo voce a categorie e sindacati.

Paolo Odone, nella sua veste di presidente di Confcommercio Genova e Confcommercio Liguria –  è intervenuto nel confronto a tempo limitato col Ministro sottolineando che <i lavori sulle autostrade liguri sono certamente da fare, ma che  i danni causati alle imprese, dopo quelli già gravissimi del covid, sono tali da richiedere un risarcimento dei danni>. Ha anche sottolineato che <la situazione è peggio di quella che si era creata dopo il ponte Morandi>.
Tutti gli interventi della delegazione  in rappresentanza del Comitato “salviamo Genova e la Liguria” sono stati sulla medesima posizione.
Prosegue Odone “ la Ministra ha dichiarato che i tempi  e le modalità dei lavori sulle  autostrade Liguri sono stati decisi dal Ministero in modo ponderato e responsabile per la salvaguardia  delle persone  in quanto la situazione lo rendeva necessario”.

Quel che risulta inaccettabile – termina Odone –  è che  la Ministra ha ritenuto  le dichiarazioni e le denunce dei presenti come una “narrazione” che fa soltanto del male alla Liguria in quanto dà  l’immagine di una situazione che non è reale . La Ministra De Micheli ha altresì affermato che  sarà fatta una campagna di comunicazione per informare  che la Liguria sarà perfettamente raggiungibile ed ha terminato  sottolineando che per quanto riguarda il risarcimento dei danni sarà necessario fare una comparazione  delle perdite da noi denunciate, con  le perdite delle imprese nelle altre città italiane in quanto – a suo parere –  in tutta Italia si sono verificate analoghe situazioni.

Il l presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini, senza mezzi termini, ha spiegato che l’incontro in Prefettura <È stata una presa in giro. La ministra ci ha detto che è stata una invenzione e i problemi che abbiamo ci sono ovunque>.

<Quella di oggi con la Ministra De Micheli è stata una breve chiacchierata, non un incontro istituzionale che avrebbe necessitato di tempi e modalità diverse – dice Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria -. La ministra ci ha detto che la situazione di stallo delle nostre autostrade sarebbe migliorata notevolmente, cosa che non è del tutto vera e i liguri lo constatano ogni giorno mettendosi alla guida. Abbiamo convenuto sulla necessità di aprire un tavolo urgente, entro fine luglio, con le soluzioni per l’emergenza, con date, scadenze, azioni mirate e precise, e la Ministra ha delegato il sottosegretario Roberto Traversi>.
<Bene il miliardo per lavori di Anas e Rfi, che sono una parte delle opere di cui la Liguria ha necessità – aggiunge Maestripieri -, ma, a una mia domanda diretta sulla gronda, De Micheli ha ancora una volta preso tempo, rimandando a settembre la decisione sull’avvio dei lavori. Ci ha detto che ora va aggiornata la concessione fino al 2038 e che poi bisogna allegare il piano economico e finanziario dove è la gronda è prevista e ha sostenuto che solo a quel punto sarà in grado di indicare la data dell’avvio dei lavori. Solo quel punto ci sarà un altro incontro dedicato al tema delle infrastrutture e, più in generale, dello sviluppo della nostra regione. Si continua a perdere tempo e il tempo utile, invece, lo abbiamo già terminato da molto>.

Federico Vesigna Segretario Generale Cgil Liguria, durante l’incontro ha detto: < La nostra regione soffre di una storica carenza infrastrutturale. Il crollo del Ponte Morandi ha reso questa cosa ancora più evidente. Fortunatamente dopo 2 anni riavremo il viadotto ma la Liguria resta isolata. Siamo tagliati fuori dall’alta velocità. Dall’aeroporto Cristoforo Colombo non ci sono voli per Roma. La merce che sbarca sulle nostre banchine esce via ferrovia in una quota residuale perché mancano le infrastrutture e si riversa sulle nostre autostrade dove c’è la più alta concentrazione di ponti e viadotti e non ci sono corsie di emergenza. Quindi ricostruito il Ponte bisogna dotare la Liguria delle infrastrutture di cui ha assolutamente bisogno: non solo Terzo valico e Nodo Ferroviario ma anche Pontremolese e raddoppio del Ponente e poi la Gronda. A questo proposito vorremmo porre all’attenzione del governo anche la necessitò di dotare la Piattaforma di Vado Ligure delle infrastrutture viarie e ferroviarie per collegare le banchine con le piattaforme logistiche dislocate oltre Appennino a partire dal raddoppio della Savona-Torino. Se le infrastrutture che mancano sono la priorità, l’emergenza è la condizione delle nostre autostrade. Dopo quasi 2 mesi Genova e la Liguria sono ancora imprigionate in una fitta rete di cantieri che ci impediscono di muoverci, arrecando un grave danno al sistema produttivo ligure, dal Porto al Turismo. Purtroppo in uno dei tanti scambi di carreggiata venerdì scorso è rimasto ucciso un automobilista. Siamo consapevoli che gli interventi di manutenzione si fanno per tutelare la sicurezza di chi viaggia e non possiamo non essere d’accordo, ma tanti cantieri così, tutti aperti contemporaneamente, stanno letteralmente mettendo in ginocchio la nostra regione. Siamo stufi delle quotidiane polemiche da campagna elettorale ma pretendiamo che le istituzioni ai vari livelli trovino il modo di garantire il diritto costituzionale alla mobilità. Si erano fatte delle date: prima il 10 luglio poi il 15. Siamo al 21 luglio e la situazione è ancora critica. Cosa si intende fare per liberare le nostre autostrade visto che i lavori di manutenzione straordinaria per il Terzo Valico programmati per fine luglio non faranno che peggiorare la situazione? Attualmente operano nei cantieri autostradali della Liguria circa 1.200 lavoratori provenienti da tutta Italia. Nel 2017 è stato sottoscritto un protocollo regionale che prevede incontri con i sindacati per discutere del rispetto della sicurezza e dell’organizzazione del lavoro. Sino ad oggi non è successo niente. Le organizzazioni sindacali non possono accedere ai cantieri e non sappiamo neppure che CCNL gli viene applicato e abbiamo il ragionevole sospetto che non vengano rispettate le condizioni contrattuali. Chiediamo il rispetto del Protocollo. Lo chiediamo alla Regione ma lo chiediamo anche al Mit a maggior ragione dopo che si è trovato un punto di sintesi sulla vicenda della revoca della concessione con l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Aspi. Da questo punto di vista ci auguriamo che l’intervento pubblico in Aspi, oltre a garantire i livelli occupazionali, possa rappresentare l’occasione per procedere rapidamente con il piano di investimenti e che per la nostra regione possa volere dire da una parte partire velocemente con i lavori della Gronda e dall’altra intervenire con continuità sulla manutenzione della rete autostradale che i disastri di questi giorni dimostrano essere stata abbandonata per troppo tempo>.

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