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Decessi rispetto ai contagiati, peggio della Liguria solo la Lombardia

Nella nostra regione morto più di un ammalato di Coronavirus ogni 6 contagiati. Solo la Lombardia ha avuto un risultato più nefasto

Fonte: ministero della Sanità, dati al 25 aprile. Elaborazione GenovaQuotidiana

Oggi Alisa ha mandato a tutti i media un comunicato che intendeva essere una smentita all’articolo di una collega su “Il Secolo XIX”, che a noi sembra correttissimo.
<Ognuno può leggere i dati come vuole> si legge nella dichiarazione dell'(eterno) commissario straordinario Alisa Walter Locatelli, nominato nel dicembre 2015 senza che in 4 anni e 4 mesi si sia sentita in Regione la necessità di nominare un direttore generale “ordinario”.

Come accade spesso si vedono nei comunicati ufficiali numeri che tendono a distrarre l’attenzione da quelli assoluti, demonizzati dall’Agenzia regionale della Sanità. Come i numeri che solitamente pubblichiamo noi, quelli del ministero della Salute (più ufficiale di così!!!), sui quali facciamo i nostri conti. Non siamo esperti di epidemiologia, ma sappiamo contare. In fondo, le proporzioni si imparano alle elementari.

Vero è che la Liguria ha un’età media più alta e che ci sono molti anziani, ma secondo l’epidemiologo Valerio Gennaro, presidente di “Medici per l’Ambiente” questo non basta a giustificare la differenza. Sotto potete leggere l’articolo del blog “Liguritutti” che conferma come anche oggi la Liguria abbia il tasso di mortalità più alto d’Italia.

Altri servizi giornalistici sono usciti sull’assistenza domiciliare (cominciata in qualche quartiere di Genova dopo un mese e mezzo e in centro dopo due mesi) e sui tamponi (siamo la Regione che ne ha fatti di meno rispetto al numero dei contagiati e le Marche, che hanno più o meno la stessa popolazione della Liguria, ne hanno fatti circa 10 mila in più).
Nei giorni scorsi l’assessore alla Sanità Sonia Viale aveva minimizzato la lettera delle Rsa, sempre nella conferenza stampa serale che diventa a volte auto promozione, altre volte pulpito, altre volte palco privilegiato per attaccare non solo gli avversari politici, ma anche la stampa renitente ad allinearsi. Il tutto, rigorosamente, senza differenziare posizioni politiche da posizioni istituzionali, pagine social del presidente e dei suoi assessori (dove possono liberamente parlate da politici) e pagina della Regione Liguria (dove dovrebbero parlate da amministratori della cosa pubblica).

Stasera il presidente della Regione Giovanni Toti ha usato parecchi minuti della diretta informativa istituzionale quotidiana per attaccare chi non dà i “suoi” numeri per buoni, ha parlato di stampa “megafono di…” (intendendo l’opposizione) quando i giornalisti si limitano a non fare copia-incolla dei comunicati, ma tentano di confrontarli, comprenderli, trasferirli ai lettori non come un dogma di fede, ma in modo che siano comprensibili e corretti. In un monologo scomposto (dopo che diverse volte aveva punzecchiato proponendo di regolare una calcolatrice nuova a chi non faceva i conti uguali ai suoi, sottolineato che certe domande avrebbero insultato l’intelligenza di chi le faceva, dopo essere sgattaiolato dalle domande più sgradite sostituendo l’arte oratoria a risposte puntuali), stasera il presidente della Regione ha fatto quello che si fa quando si è messi all’angolo: ha attaccato per difendersi. Da cosa non è ben chiaro, visto che tutti i colleghi usano dati della protezione civile resi pubblici dal ministero della Salute. Lo ha fatto usando la comunicazione istituzionale sul canale social dell’Ente attaccando frontalmente gli ormai molti giornalisti che tentano di fare il loro lavoro non consegnandosi alla strabordante mole di comunicati istituzionali, quasi sempre autocelebrativi, che giungono in redazione. Forse non è chiaro che i media non sono gli organi di diffusione del pensiero di qualsivoglia giunta. Non tutti, almeno. Non la maggior parte. Quello che i media diffondono sono le informazioni, qualche volta anche le prese di posizione dell’opposizione, che hanno la stessa, identica, dignità politica di quelle della maggioranza. Ma, soprattutto, diffondono notizie, inchieste e dati ufficiali, come lo sono quelli del ministero. Eppure sono tanti i dati ufficiali che dipingono una situazione non tra le migliori. Ecco alcune tabelle diffuse dallo stesso ministero della Salute.

Fonte:
“Andamento della Mortalità Giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19” – Quinto Rapporto – 1 Febbraio – 18 Aprile – Ministero della Salute
“Andamento della Mortalità Giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19” – Quinto Rapporto – 1 Febbraio – 18 Aprile – Ministero della Salute
Genova – “Andamento della Mortalità Giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19” – Quinto Rapporto – 1 Febbraio – 18 Aprile – Ministero della Salute
“Andamento della Mortalità Giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19” – Quinto Rapporto – 1 Febbraio – 18 Aprile – Ministero della Salute

Sotto, alcuni dei nostri servizi dove abbiamo tentato di fare informazione non allineata e, semplicemente, basata sui numeri.

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