Industria 

ArcelorMittal restituisce l’ILVA all’Italia. Fiom e Toti accusano il Governo

ArcelorMittal restituisce l’ILVA all’Amministrazione Straordinaria e all’Italia. Allo stato attuale l’azienda aveva Ilva in affitto. La cessione effettiva sarebbe avvenuta solo il 1º maggio 2021. Non è andata in porto la trattativa con il Governo

«Con effetto dal 3 novembre 2019 – fa sapere ArcelorMittal con una nota -, il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla Società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso.In aggiunta, dice l’azienda, i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i Commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 – termine che gli stessi Commissari hanno ritenuto impossibile da rispettare – pena lo spegnimento dell’altoforno numero 2. Tali prescrizioni dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto. Lo spegnimento renderebbe impossibile per la Società attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il Contratto. Altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà della Società hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto. Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano. In conformità con il contenuto del Contratto, la Società ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità per le operazioni e i dipendenti entro 30 giorni dalla loro ricezione della predetta comunicazione di recesso o risoluzione>.

Secondo il quotidiano economico “Il Sole24Ore” il governo sta tentando una mossa estrema per salvare l’ex Ilva: <A quanto risulta al Sole 24Ore, nel pomeriggio si terrà un vertice straordinario cui parteciperanno diversi ministri tra cui Stafano Patuanelli (Sviluppo economico), Giuseppe Provenzano (Sud), Sergio Costa (Ambiente) e Roberto Speranza (Salute). Sul tavolo c’è la possibilità di varare un provvedimento di urgenza sul tema delle tutele legali e sul canone di affitto versato da Arcelor Mittal>.


La Fiom

<L’atteggiamento del Governo su ArcelorMittal è totalmente irresponsabile. Il Governo si divide sulla tassazione sulle bottigliette di plastica e si dimentica di 15 mila lavoratori tra diretti e indotto  – dice Bruno Manganaro, segretario generale Fiom Cgil Genova – . Il lavoro non è considerato centrale nell’agenda  politica del Governo che ha giocato su un contratto – e il conseguente accordo sindacale – firmato solo un anno fa, smontandolo subito dopo a scapito dei lavoratori. A questo punto non si può più giocare e deve essere il Governo a risolvere la questione garantendo posti di lavoro e stesso reddito a tutti i lavoratori coinvolti. È giunto il momento in  cui il Governo si assuma le proprie responsabilità e decida una volta per tutte se considera la siderurgia strategica per il Paese>.

Toti

<Complimenti al Governo! – commenta il presidente della regione Giovanni Toti – Grazie alle trovate grilline e alla incapacità del PD Arcelor Mittal fugge dall’Italia. Ilva rischia la chiusura, 20mila persone per strada, i contribuenti italiani costretti a pagare quel che avrebbe pagato Mittal. Ma vi rendete conto? Abbiamo affidato il paese a chi sosteneva di voler fare dell’Ilva di Taranto un parco giochi! Si sì… in realtà ne sta facendo un deserto. La decrescita avanza, altro che felice. Lacrime e sangue. Siamo pronti a batterci in ogni modo con i lavoratori e ho già chiesto ai sindacati di vederci subito in Regione per fare il punto sulla situazione genovese e concordare ogni forma di mobilitazione in difesa dell’acciaio italiano. Ecco a voi l’incapacità e la malafede del governo giallo-rosso che nessuno ha scelto, e questi risultati ci fanno capire il perché>.


Qui, di seguito, pubblicheremo tutti i commenti politici e sindacali che riceveremo (uno per partito, sindacato o ente pubblico)

Rixi (Lega)

<Con l’uscita di Arcelor Mittal, il governo Cinque Stelle Pd Iv Leu completa il disegno folle di dare un comodo alibi a una multinazionale straniera per smantellare il ciclo dell’acciaio in Italia, mettere a rischio diecimila posti di lavoro, stoppando la bonifica del sito di Taranto e creando un effetto a catena negli stabilimenti di Genova e Novi Ligure – dichiara il responsabile nazionale infrastrutture della Lega e già viceministro Edoardo Rixi -. Se  la proprietà dell’industria siderurgica tornasse ai commissari, l’ex Ilva porterà oneri allo stato per un miliardo di euro all’anno per i prossimi tre anni, una voce pesante che ci dovranno spiegare come coprire nella prossima finanziaria. Qualora invece costringessero l’attuale proprietà a restare in Italia, assisteremmo a un’autentica macelleria sociale, visto che sono stati annunciati già cinquemila esuberi. Questo governo ancora una volta dimostra di non essere in grado di fare interessi del Paese>.

Pd (Genova, Liguria, gruppi di Comune e Regione)

<Il governo convochi subito un tavolo con ArcelorMittal, a seguito della decisione dell’azienda di rescindere il contratto per l’ex Ilva. La situazione è grave, non possiamo accettare che la filiera dell’acciaio venga messa in discussione e con essa più di 10 mila posti di lavoro.
È stato un errore offrire ad ArcelorMittal il pretesto per rescindere il contratto attraverso la rimozione dello scudo penale, quando il vero problema è la tenuta del piano industriale dell’azienda, complici il calo della produzione e la congiuntura internazionale negativa. Sollecitiamo il Governo a fare uno sforzo straordinario per garantire la continuità dei siti produttivi e dei livelli occupazionali. L’Italia non può uscire dalla filiera dell’acciaio>. 

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