Porto 

Aumentano le tasse portuali, ma Genova ha pagato caro il crollo del ponte

Nei primi 6 mesi 7 mesi dell’anno la crescita era del 9%, scesa all’1,7% e in parte ammortizzata da Savona

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Paolo Emilio Signorini, ha tratteggiato i dati salienti del rendiconto generale 2018 nel corso di una conferenza stampa al termine del comitato di gestione odierno che, tra gli altri atti, ha approvato le linee guida relative alle manifestazioni di interesse per il recupero dell’ex silos granario Hennebique. Nel complesso, a Genova le tasse portuali hanno sfiorato i 45,35 milioni, con un aumento del 2,76% sul 2017 e una crescita di 1,53 milioni.

Numeri ben inferiori rispetto al +9% che si era registrato da gennaio a luglio. Tra gli scali di Genova e Savona-Vado, l’anno si è chiuso con una crescita del solo 1,7%, grazie al traino dei secondi che, tuttavia, sembrano pagare pegno nei primi mesi del 2019. Stabili, invece, le entrate da canoni demaniali, attestati attorno ai 34 milioni.

In questo caso è stata Savona a frenare la crescita, ma per una motivazione prettamente tecnica. Genova, infatti, soprattutto grazie all’aumento degli atti pluriennali, fa segnare un aumento di 3 milioni, pareggiato all’incirca dalla stessa diminuzione degli introiti a Savona-Vado che solo nel 2017 si è uniformata alla prassi che fa pagare i canoni anticipatamente e che, quindi, si è riversata negativamente sul bilancio 2018. Sul fronte della spesa in conto capitale, ovvero sugli investimenti, nel 2018 si è raggiunta la quota di 36 milioni, 16 in più del 2017. “Lo scalino molto più significativo ci sarà quest’anno. Non sono ancora soddisfatto – detto Signorini- perché vorrei vedere numeri più sostanziosi”. Sul fronte della spesa corrente, il 2018 ha registrato un risparmio di 5 milioni, per la diminuzione dei contenziosi, ma anche una minor spesa di 1,7 milioni per il personale, che ha registrato 22 cessazioni e 25 nuove assunzioni.

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