Economia 

Carige, salvataggio “di Stato” del Governo Conte. Come Gentiloni fece con le banche venete

Successe già nel 2017, quando a farsi approvare dall’Unione Europea l’operazione di liquidazione-salvataggio della Banca popolare di Vicenza e di Veneto Banca (poi cedute a Intesa al prezzo simbolico di un euro e con dote pubblica di 17 miliardi) fu il governo Gentiloni. Ora il governo gialloverde del premier Conte garantisce i correntisti di Banca Carige con un decreto di emergenza varato ieri sera che contiene un piano di aiuti di Stato a tre livelli. Mentre, oggi, i tre commissari nominati da Bce annunceranno il loro piano di azione si viene a conoscenza delle forme del paracadute di Stato.
Verrà riproposta, con l’eventuale supporto di schema volontario del Fondo interbancario di garanzia, la ricapitalizzazione in opzione ai soci, già bocciata il 22 dicembre scorso da Malacalza Investimenti. Se non funzionerà, in assenza di un ritorno sul mercato dei capitali, la banca potrà avere a disposizione liquidità a lungo termine. In che modo? Ieri, nel decreto di emergenza, è stata decisa la garanzia di Stato sulle future obbligazioni Carige. Servirà da ponte, coprendo l’intero 2019, per l’aggregazione con un altro istituto. Ma se la Bce dovesse mettere in luce ammanchi di capitale? Chi salverà dall’azzeramento gli azionisti e gli obbligazionisti? Ammontano all’incirca a 3 miliardi i bond Carige nei portafogli della clientela retail.

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