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Farmacie, votata la privatizzazione, ma Santi (Fdi) denuncia: “Pressioni. Ho presentato un esposto”

È bene che il Consiglio sappia che a seguito di documentate pressioni ed altre azioni atte a dissuadere ed isolare coloro che esprimessero un costruttivo dissenso, per riportare tutto all’ordine, io ed altri abbiamo preparato un esposto alla magistratura per verificare l’ipotesi di concussione e violenza privata che non spetterà a noi accertare, ma segnalare come obbligo per difendere il sacrosanto diritto costituzionale alla non negoziabile e inalienabile libertà di opinione

 

Ubaldo Santi, di recente trasmigrato nel gruppo Fratelli d’Italia da Vince Genova, la lista del sindaco Marco Bucci, butta la bomba in pieno consiglio comunale. La sua dichiarazione al termine di  un lungo discorso di ampio respiro politico come raramente, ormai, in consiglio se ne sentono, deflagra nella Sala Rossa di Tursi dove si sta discutendo della privatizzazione delle farmacie comunali approvata, infine, con 24 voti favorevoli e 14 contrari (Pd, M5S, Lista Crivello e Chiamami Genova) quando Santi era già uscito dall’aula. Franco De Benedictis di Direzione Italia, ha detto di averla votata turandosi il naso. E anche lui è in rotta per Fdi nell’ambito della partita nazionale che sta per portare Raffaele Fitto nel partito della Meloni. A quel punto, Fdi avrà una rappresentanza in consiglio comunale sproporzionata rispetto alle preferenze prese, ma anche rispetto al gruppo della Lega: 9 consiglieri il Carroccio quasi al 35% secondo i più recenti sondaggi, 5 Fratelli d’Italia (c’è anche Valeriano Vacalebre, in quota Rosso) con un decimo dei consensi (secondo le valutazioni più ottimistiche). Ammesso che le tre correnti riescano a non prendersi a (metaforiche, per carità) coltellate nei corridoi di Tursi, la maggioranza che sostiene Bucci 25 a 16, rischia di diventare ostaggio di Fdi che votando con la minoranza potrebbe portare le forze in pari e anche fare andare sotto la giunta al voto se qualche consigliere marcherà visita al consiglio. Una situazione molto pericolosa, più o meno la stessa che ha dovuto affrontare il predecessore del sindaco-commissario, Marco Doria. Con la differenza che i numeri, vista la situazione politica basterebbero per demolire, ma non ricostruire una maggioranza alternativa al centrodestra.
Santi, che fa riferimento diretto a Daniela Santanchè, è entrato in Fdi da pochissimo, dopo il cambio di casacca estivo, e non ci ha messo molto a dimostrare di voler essere il terzo polo di un partito che si attesta tra il 4,3 (sondaggio Tecnè) e ill 3,3% (sondaggio Swg) con la Lega data tra il 32 e il 34.7%, il M5S in calo e Renzi che si porterebbe a casa il 9,4% spolpando il Pd ormai ridotto al 17% e che scenderebbe così abbondantemente sotto il 10%. Certo, la sfuriata di Santi, che fa da terzo polo tra il gruppo Matteo Rosso-Stefano Balleari-Alberto Campanella (quest’ultimo non sempre allineato) e quello capeggiato da Gianni Berrino di cui fanno parte Sergio Gambino e Simone Torello (la componente destra sociale), è l’apice di un dissenso verso il Sindaco che lo ha portato a lasciare il gruppo a Tursi, ma anche pretattica per le elezioni regionali. Il Sindaco, infatti, è indipendente (ha anche dimostrato di saperlo esse), ma a candidarlo, lo scorso anno, seppure come indipendente è stata la Lega.

Non mi stancherò mai di affermare il primato del consiglio comunale quale organo non subalterno che ha il dovere di esprimersi reclamando la libertà di opinione e di coscienza quando ciò sia necessario. Il nel mio intervento, pertanto, è un forte il richiamo alla difesa dei principi di civiltà politica e dove l’autorevolezza e la linea di demarcazione tra una leadership vera e una che confonde decisionismo con il primitivo ed anacronistico autoritarismo.

 

Ha detto, anche, Santi.

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