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L’INCHIESTA – Sui bus serali che trasportano i forzati della movida: birra, schiamazzi e degrado traslocano a levante

LE FOTO
Sui mezzi Amt c’è chi scola a raffica Tennent’s che tira fuori da uno zaino, chi parte col bicchiere pieno, chi grida, chi vomita, chi si fa una canna. Il contingentamento dell’orario dei locali del centro storico spinge un mare di giovani a migrare nelle discoteche del centro e in quelle del levante. Dove i ragazzi arrivano completamente ubriachi. Al ritorno, sempre sui mezzi Amt, si confondono tra turnisti e badanti e continuano lo show sui mezzi che tornano a Ponente

bicchiere

di Monica Di Carlo

Viaggio tra i forzati dell’alcolismo del sabato (e del venerdì) sera sui bus serali e notturni. Un viaggio agli inferi, nel girone dei semi-consapevoli. Quelli, cioè, che sanno benissimo che alla quinta Tennent’s, se mai dovessero guidare, si schianterebbero o, quantomeno, perderebbero la patente al primo posto di blocco. Ovvio, sui mezzi Amt che portano al centro storico o ai locali del Levante c’è anche chi la patente l’ha già persa e chi invece non la ha ancora perché è troppo piccolo, ma ritiene di avere un’età adeguata a stordirsi di alcol. È evidente che il problema dell’alcolismo minorile e di quello “in govine età” non è un fenomeno limitato al centro storico e che chi punta l’obiettivo sul problema serale dei carruggi guarda il dito, ma non vede che il problema è più vasto e grazie all’ordinanza del Sindaco non solo non trova una soluzione alla vivibilità della città vecchia e danneggia anche le aziende sane che non creano problemi, ma esporta il danno nel resto della città.

La barca di Caronte è un mezzo arancione. Prendiamo il primo, in direzione ponente, attorno alle 22,30 al capolinea del'”1” a Caricamento. A bordo salgono anche due guardie giurate armate. Da un po’ di tempo sono state assoldate per controllare le linee più calde. Si piazzano vicino al guidatore e sono incaricate di intervenire in caso di intemperanze. Proprio a quel capolinea, la notte del 14 luglio 2015, un uomo è stato massacrato di botte dal “branco”. Il bus procede verso Sampierdarena. A bordo tanti stranieri, per lo più lavoratori che tornano a casa, gente tranquilla. Alla fermata di via Avio, però, le porte si spalancano sull’inferno. Ancora stranieri, ma stavolta ubriachi o forse in preda a sostanze stupefacenti.

fermata bus via avio sampierdarena notte
Se sul bus ci fosse il Lombroso potrebbe dirne di cose. C’è chi è stravaccato a terra, chi litiga, chi grida, chi vomita. Davanti all’ingresso della sala slot è accampata una varia umanità che nessuno vorrebbe mai trovarsi davanti al portone di casa. Alcuni salgono e l’odore di alcol rancido invade il mezzo. Scendiamo, per fortuna, alla fermata successiva, per andare a prendere in via Degola uno dei bus serali che portano in centro.

bus serale 618
È il “618” che copre il percorso tra Sampierdarena e San Martino e ritorno. È presto per gli ubriachi. Ci sono stranieri e italiani per lo più diretti verso il centro storico e verso la movida, ma ci sono anche badanti che vanno a montare in servizio e infermiere notturne dirette al San Martino. Scendiamo a De Ferrari per andare a prendere un altro bus serale, il 607 che dal centro raggiunge il levante. Lo aspettiamo 26 minuti, ma quando parte ce ne sono due, uno dei quali fermerà la sua corsa infondo a corso Italia. Il venerdì e il sabato le corse vengono raddoppiate con uno “sbarrato”, perché quelli che prima fanno un salto in centro storico e poi, a causa dell’ordinanza del Sindaco, si spostano nei locali levante insieme al loro fracasso, all’abitudine di orinare per strada, alle loro bottiglie di birra custodite negli zaini che diventano di minuto in minuto più “magri”.

Bus 607 serale doppia fila

I bus devono stare al capolinea in mezzo alla strada, perché le auto hanno riempito la strada all’accosto del marciapiede. Poco male, perché le decine di persone che ci saliranno sono ragazzi e non fanno fatica a muoversi, anche se in gran parte sono già ubriachi. I mezzi sono di quelli vecchi (hanno 26 anni, furono acquistati in occasione di Italia ’90) e le misure di sicurezza per l’autista non sono le migliori anzi, proprio non esistono. Alla guida dei due bus ci sono due uomini, uno più giovane e uno di maggiore esperienza. Se venissero aggrediti da uno di questi giovani in preda ai fumi dell’alcol sarebbe solo contro trenta, quaranta persone che in mano hanno le bottiglie.
È su quei due bus che si scatena l’inferno.

salita-bus-notturni-movida

I ragazzi salgono. Qualcuno fa già fatica a mantenersi in posizione eretta. Gridano, cantano. Come vedete nella foto, uno di loro, alto e magrissimo, trasporta uno zaino. Scopriremo lungo il tragitto che è carico di bottiglie di birra Tennent’s. A seconda dei tipi fa da 5 a 9,3 gradi alcolici. Probabilmente è per quello che viene scelta. Certamente non è stata comperata nei locali del centro storico (nello zaino ce n’erano almeno una ventina e se fossero state comperate al bar sarebbero costate una cifra poco abbordabile da un giovane che, probabilmente, va ancora alle superiori o, al massimo, frequenta l’università), ma, nel pomeriggio, al supermercato. Facendo i conti un po’ a spanne, in un locale del centro storico per acquistare 20 Tennent’s al banco ci vogliono 70 euro, al supermercato ne bastano 40.

zaino-bus-movida
Da quello zaino il ragazzo tira fuori bottiglie a raffica, le passa agli amici dopo averle aperte con l’apribottiglie che tiene in tasca. Nel tragitto tra via Dante e corso Italia (la fermata all’altezza del Mako) ne beve tre. Alla fermata davanti al municipio, in corso Torino, si disfa di una delle bottigliette, accuratamente scolata, gettandola fuori dalla porta aperta senza badare se alla fermata ci sia qualcuno e se le schegge di vetro possano colpire qualche malcapitato passante. Sul mezzo Amt ci sono moltissimi ragazzi col bicchiere di plastica in mano quello, sì, acquistato in centro storico.

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Tra i ragazzi (per lo più italiani, ma anche stranieri) che gridano, urlano, bestemmiano e cantano ce ne sono alcuni che hanno tutta l’aria di essere minorenni. Il lungagnone con lo zaino dice che vuole far entrare qualche birra in discoteca (anche lì, come nei locali, costano molto di più) e scherza con un amico dicendo che certamente alla porta scopriranno che è minorenne e non lo faranno entrare. Qualcuno dei ragazzi si accende anche una canna.
In fondo al bus, proprio come accade nei pullman delle gite scolastiche, ci sono i più rumorosi, in questo caso anche i più incivili. cantano: <Io soldi non ne ho, io soldi non ne do. Il biglietto non lo pagherò> e <E se abbiamo un incidente muore solo il conducente>. Alla fermata all’altezza del Mako, in corso Italia, scendono tutti. Quelli dietro gridano al povero autista di aprire le porte, chissà che fretta hanno, visto che ormai il bus si è svuotato e potrebbero scendere dal centro del bus. Invece azionano la levetta che sta sopra la porta e questa si apre. Loro si riversano sul marciapiede. Al povero autista non resta che abbandonare il suo posto di guida per riportare la levetta nella posizione consueta in modo che le oprte si richidano e ringraziare che i giovinastri non se la siano presa con lui. Il guaio è che il sistema della levetta è noto a tutti e la sera i ragazzi ubriachi lo usano spesso, magari per scendere fuori fermata, magari quando il bus è ancora in movimento.

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Come potete vedere dalla foto sopra, il ragazzo alto e magrissimo (toccava quasi il tetto del bus con la testa) ha l’ennesima Tennent’s in mano e lo zaino su una spalla. Dentro ci sono ancora alcune bottiglie. Ora il gruppo dei fracassoni è libero di continuare a bere e di portare chiasso e inciviltà a levante. Quello che hanno lasciato sul bus è questo.

Noi torniamo a prendere il “618”, questa volta al capolinea davanti al pronto soccorso del San Martino. Il bus viaggia quasi vuoto fino a Brignole dove sale la prima orda.

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C’è un po’ di tutto: venditori di fiori con qualche stelo che non sono riusciti a piazzare, italiani e stranieri di ogni sorta. C’è chi si fa i fatti suoi, chi canta, chi chiacchiera, chi fuma, chi è in preda ai fumi alcolici o appare evidentemente drogato, chi ha appena finito di lavorare e dorme sui sedili.

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Prima di arrivare alla fermata di Brignole l’autista, una donna, chiude a chiave la porta del divisorio. Evidentemente sa bene che tra quelli che salgono a quest’ora possono esserci anche pericoli ambulanti, gente che in preda al tasso alcolico potrebbe fare qualsiasi cosa. È questo uno dei viaggi che di solito è presidiato dalle guardie giurate. Di gente che timbra il biglietto ce n’è pochina, ma, bene inteso, potrebbero avere tutti l’abbonamento. Certamente lo hanno i tanti ragazzi che si accalcano alla fermata di piazza de Ferrari, dove arriviamo che è circa l’una e mezza e i frequentatori della movida stanno sciamando.

ressa a de ferrari ad attendere i bus serali e notturni
Scendiamo e aspettiamo l'”N1″, una delle poche linee notturne che proseguirà fino al mattino e che da Prato raggiunge Pontedecimo passando per Sampierdarena e di fatto collega le due vallate. Quello della foto sotto è sbarrato, quindi parte da Brignole.

Bus N1 notturno piazza De Ferrari
A De Ferrari, quando sono ormai le 2 meno un quarto, salgono sia ragazzi che vengono dalla movida, sia alcuni dei lavoratori dei locali che hanno già chiuso. Anche in questo caso ci sono italiani e stranieri. A bordo ci sono già persone di ogni tipo: signore d’età e coppiette che condividono lo spazio con gente che puzza di alcol, grida, ciondola e fa fatica a reggersi in piedi, clochard che cercano di evitare il freddo pungente della notte e giovinastri che, nella migliore delle ipotesi, sono maleducati.
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Si parte per il lungo viaggio verso la Val Polcevera profonda. La maggior parte dei magrebini scende alle fermate di piazza della Nunziata e di via Gramsci-Commenda. A Sampierdarena saliranno altri stranieri, per lo più sudamericani, anche loro in gran parte completamente ubriachi. L’autista va avanti, fermata dopo fermata, guardando ogni tanto nello specchietto retrovisore interno e, evidentemente, sperando che non scoppi una delle frequenti risse che si verificano sulle linee notturne a causa della pessima frequentazione. I passeggeri “normali” si guardano attorno. Se qualcuno alza la voce si girano dall’altra parte per fare in modo di non venire coinvolti. fanno finta di non vedere i compagni di viaggio ubriachi e quelli che si accendono una sigaretta o addirittura una canna. È evidente che hanno paura. È proprio una bolgia dantesca che si rinnova ogni notte, soprattutto nel fine settimana. Ieri sera è andata bene, ma non va sempre così. A volte, è cronaca di qualche tempo fa, gli autisti devono fermare i bus perché gruppi di diversa nazionalità litigano e si scontrano e in quel caso non resta che chiamare le forze di polizia sperando che arrivino prima che le bande sfascino il mezzo. Fare l’autista di bus è diventato un mestiere difficile e, qualche volta, anche pericoloso.


Questa foto ci è stata inviata da un autista che si è trovata questa persona a bordo di un bus della linea 9. Le condizioni in cui versa sono chiare.

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