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Giorgio Bornacin, l’ultimo nostalgico

 

Bornacin MaxVe lo dico, per lui provo un profondo rispetto, nonostante, penso, mi abbia mandato all’ospedale dopo una qualche rissa politica. Eppero’ poi si cresce sino a condividere l’amicizia su fb. Sono fatto così. Scindo gli uomini dalle loro ideologie. Per cui non ho potuto fare a meno di notare, in mezzo ai sintomi della sua passione politica, che negli anni lo hanno portato dal Fuan sino al consiglio regionale e poi in parlamento – percorrendo l’itinerario tipico, dall’ Msi di Giorgio Almirante, ad An di Fini, fino al PdL e a Forza Italia con tanto di scissioni varie e riposizionamenti vari – affiorare un senso di nostalgia che… soltanto gli anziani. I vecchi leoni, quando percepiscono venire meno gli antichi ardori e, vicine al crollo, le inossidabili certezze. Giorgio Bornacin 67 anni e qualche acciacco, politico di lungo corso, passato indenne attraverso la prima repubblica e, come tale, fruitore di un consistente vitalizio, forse due, mi è parso lanciarmi, attraverso la sua pagina social, questi primi segnali. Intendiamoci, chi se non lui potrebbe essere definito nostalgico? Ma c’è di più. Oggi mi sembra abbia passato il confine per approdare e cullarsi nel reducismo.

rintintinCome interpretare diversamente Rin-Tin-Tin e il caporale Rusty della TV dei ragazzi anni Sessanta, il gioco del quindici, il gettone telefonico cancellato dai cellulari, i compleanni di giocatori bianconeri come Furino, o quelli di attori come l’ottantaseienne Clint Eastsood, o di Jonh Wayne (1907-1979) il dolore per la scomparsa di Carlo Pederzoli/ alias Bud Spencer? O frasi tipiche della senilità che incombe “noi che quando entrava la maestra in classe ci alzavamo in piedi e dicevamo buon giorno” o “Quando i gelati costavano 100 lire”, e ancora “Ricordate gli autobus con il bigliettaio? I bambini più bassi di un metro non pagavano”, oppure ” Noi che da piccoli ci sentivamo dire dai genitori se cadi e ti fai male ti do anche il resto”. Fino alla barzelletta del tema di Pierino “Tema : passa il treno. Svolgimento : e io mi scanso. Valutazione : e io ti boccio. Risposta di Pierino : meglio bocciato che morto”. Non fa una piega. L’ho usata anche io in lungo e in largo.
Senza per questo dimenticare le vecchie passioni. L’epigrafe su una lapide per i caduti della Rsi “Amore e coraggio non sono soggetti a processo”, la foto della trave di Giuliani, o il ricordo di Giorgio Almirante, segretario iconico dell’Msi “Il mio segretario l’uomo che mi ha insegnato che si sta in politica come i bonificatori in palude”. E ancora la naturale irriverenza di una vignetta poco politically correct, non nella terminologia ma nel pensiero. Due anziani seduti sull’uscio che dialogano “Hai sentito? Carlo ha trovato sua moglie a letto con un uomo di colore” e l’altro osserva “Purtroppo gli stranieri sono costretti a fare lavori che gli italiani non vogliono più fare”.
Guccini diceva “I vecchi subiscono le ingiurie degli anni” e questa politica – consentitemi senza alcun bonificatore – diciamoci pure la verità spesso confonde, come il nonno felliniano di Amarcord perso nella nebbia.
Perciò per Giorgio doppia morale. Una addirittura in versi, di Giorgio Caproni.
1)Abbiamo nostalgia del passato anche perché ce lo siamo dimenticato (Roberto Gervaso)
2) Tutti riceviamo un dono/ poi non ricordiamo ne’ da chi ne’ cosa sia/ Soltanto ne conserviamo – pungente e senza condono-/La spina della nostalgia. (Giorgio Caproni, 1912- 1990)
Infine una sollecitazione per il vecchio amico Giorgio: Chi vuole vivere con un piede nell’inferno solo per il gusto della nostalgia? Il nostro tempo è sempre adesso (Alice Children, drammaturgo 1916-1994)

Il Max Turbatore

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