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Movida: risse, spacciatori, ladri e ragazzini caciaroni. Oltre ai regolamenti ora servono le forze di polizia

È assolutamente necessario un controllo in grande stile delle forze dell’ordine che sia in grado di incidere sulla criminalità legata alla droga e sui reati predatori oltre che sui comportamenti scorretti di orde di giovani (diverse migliaia) perché gli sforzi del Comune (che ha creato un regolamento ad hoc), degli esercenti corretti e del reparto Commercio della polizia municipale non possono bastare

Ecco la mappa dei luoghi più difficili, affollati, sporchi, pericolosi e disagiati della zona


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di Monica Di Carlo

Quella del venerdì sera è sempre la movida per eccellenza: fiumi di giovani e giovanissimi a distribuirsi per i locali e, soprattutto, per le strade davanti ai bar, ai market e agli artigiani alimentari che svendono l’alcol a prezzi bassi, comportamento che determina il concentrarsi di gruppi rumorosi e molesti proprio nei pressi degli esercizi che con 50 centesimi o un euro al massimo permettono di bere un chupito. Si riesce ad ubriacarsi con cinque euro. I locali che abbracciano la “filosofia” di vendere tanto a basso prezzo e quelli virtuosi, che fanno una scelta di responsabilità sociale li riconosci anche da lontano. I primi sono quelli davanti ai quali non si riesce a passare per il gran numero di post adolescenti e giovanissimi che gravitano davanti alle vetrine. Gli altri, anche a distanza di qualche metro, o sono vuoti oppure hanno al loro interno o nei dehors clienti più “grandi”, che sono disposti a pagare per una qualità che certo non si compra a un euro a bicchiere. Succede ovunque. I locali gestiti con maggiore responsabilità che per loro sfortuna si trovano tra attività che puntano solo a fare cassa a tutti i costi devono anche fare i conti col fatto che le persone più mature, quelle che rappresenterebbero la loro naturale clientela, non si arrischiano ad avventurarsi in quella marea di ragazzi che gridano e qualche volta litigano tra loro, così scelgono altri luoghi dove andare a passare la serata. A volte basta svoltare l’angolo perché la situazione cambi completamente. Alle Erbe, ad esempio, nei dehors è tutto regolare. Sedute sotto gli ombrelloni ci sono persone tra i 30 e i 60 anni (con una media di 35/40 anni), ma basta superare paletti e catene che dividono la piazza dalla via che la costeggia perché la “fauna” cambi totalmente. Sulle scalette e sulla strada che risale verso piazza Sarzano gruppi di giovani schiamazzano mentre coetanei italiani e magrebini dividono come se nulla fosse una grossa fornitura di marijuana sotto gli occhi dei passanti allibiti. Si arriva ai giardini Luzzati e tutto torna regolare, ma se si scende di nuovo, questa volta verso vico dei Biscotti, oltre ai cancelli del piccolo parco urbano, si possono notare quattro spacciatori centroafricani seduti sui dissuasori antitraffico proprio sotto la chiesa, dalla parte di stradone Sant’Agostino, un altro dei luoghi più problematici. Ancora pochi passi ed è quasi mezzanotte (in realtà è abbastanza presto per l’orologio della movida): ci si imbatte nella rissa tra “cavalli” della droga extracomunitari proprio davanti al portale della chiesa di San Donato, nell’omonima piazza. È proprio quello uno dei posti più caldi e pericolosi dellavita notturna dei carruggi: il tratto di via San Donato che porta dall’antico luogo di culto fino piazza Ferretto (nella quale si accalca un altro nutrito gruppo di ragazzi) è l’epicentro della movida peggiore ed è lì che ci sono artigiani alimentari che vendono anche birra e chupiti (a volte anche cocktail, anche se non potrebbero effettuare la mescita). Per tornare a piazza San Donato (sempre quella della chiesa), è lì, dove lo storico “Lecorbusier” (uno dei primi locali aperto nel centro storico) è diventato l’ennesima chupiteria, che si concentrano le bande di spacciatori magrebini che si scazzottano per strada. In gioco c’è il controllo del territorio.
In via San Bernardo, sono due i problemi da affrontare: i vicoli laterali (come vico dei Biscotti, dove è stato da poco ucciso un uomo per un regolamento i conti tra spacciatori) che vengono usati come latrina a cielo aperto sotto le finestre e il naso degli abitanti e la maleducata moltitudine che si accalca in piazza San Bernardo fin quasi al mattino impedendo a tutti di riposare anche fino alle quattro e talvolta persino alle cinque. Una massa così rumorosa che l’intero quartiere non dorme da anni ogni mercoledì, venerdì e sabato sera. Lo scorso giovedì sera era deserta e il locale che vi si affaccia era chiuso. Stanotte era una bolgia umana. È proprio lì che viene messo a segno il maggior numero di borseggi. È sempre lì, tra la piazza stessa e vico Vegetti, uno dei poli dello spaccio.

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(Piazza San Bernardo fotografata alle 4 e mezza di questa notte)

Altro girone dantesco è via Giustiniani, nel tratto iniziale, verso piazza Ferretto. Nella foto in alto potete vedere la “diga” di ragazzi. Passarci in mezzo è quasi impossibile. Inoltre, anche qui chi non ha doppie finestre e tappi per le orecchie non dorme.
Altro luogo di forte criticità è Salita Pollaiuoli dove si affacciano alcuni market e dove tutti quelli che passano, curiosamente, si sentono autorizzati a gridare e cantare a ogni ora, siano signorine vestite a festa che scendono dai quartieri bene con la borsetta firmata sotto braccio o ragazzi arrivati freschi freschi (e già ubriachi) dalle periferie. La via è strettissima e per un effetto acustico il baccano si moltiplica rimbalzando tra una palazzata e l’altra e privando puntualmente del sonno tutti i residenti. A controllare l’operato di pubblici esercizi, negozi e artigiani alimentari sono i cantunè del Reparto commercio, grazie ai quali molti comportamenti scorretti dei gestori sono stati individuati e sanzionati e alcuni punti vendita sono stati fatti chiudere alle 20, ma tutto il resto (lo spaccio della droga, i borseggi, le risse e il comportamento maleducato, strafottente, rumoroso e talvolta minaccioso dell’orda della movida, così numerosa che, quando tutti sono ubriachi, fa paura) dovrebbero essere le forze dell’ordine a reprimerlo. Invece, nella nostra passeggiata avanti e indietro per le strade della città vecchia non abbiamo incontrato una sola divisa e le uniche due persone che ci sono sembrate forze di polizia in borghese le abbiamo scorte alle Erbe, cioè nel luogo più tranquillo. Ovviamente, però, non possiamo escludere che ce ne fossero altre in abiti civili che non abbiamo riconosciuto. Ad ogni modo, gli spacciatori erano decine, centroafricani, magrebini o più raramente italiani, dislocati nelle diverse vie. Nessuno di loro sembava preoccupato e, anzi, lo spaccio avviene sotto gli occhi di tutti. I pusher fermano i passanti per offrire la loro merce. Molti dei ragazzi che frequentano la zona camminano senza timore di conseguenze con la “canna” accesa in mano, tanto che quando si passa nei luoghi più stretti e affollati il caratteristico odore del “fumo” si percepisce chiaro e forte. Molti, troppi, sono i minorenni che si aggirano prima rumorosi e allegri, poi, dopo una certa ora, sfatti, ubriachi e spesso anche drogati per le vie e i carruggi, dove c’è chi grida, chi orina anche sui portoni, chi litiga, chi vomita chi si prende a male parole con gli abitanti che esasperati gridano dalle finestre, buttano secchiate d’acqua gelata, uova, cubetti di ghiaccio e talvolta anche oggetti più pesanti. Il nuovo regolamento messo a punto dagli assessori alle attività produttive Emanuele Piazza e alla Legalità Elena Fiorini e votato dal consiglio comunale ha già cambiato un po’ le cose. I market, ad esempio, chiudono quasi tutti spontaneamente a mezzanotte perché non hanno ragione di stare aperti quando, non essendo pubblici esercizi, non possono vendere alcol. Gli artigiani alimentari che non hanno rispettato la “consegna” di Tursi sono stati chiusi alle 20 con provvedimento comunale. Ora arriveranno anche le ordinanze “ad hoc” che, per quanto riguarda il centro storico, interromperanno la somministrazione anche nei locali all’una durante la settimana e alle due nel fine settimana. Ma non basterà a far cessare il “fenomeno movida distorta”. Perchè ancora troppi sono quelli che si aggirano con le birre in mano, acquistate da qualche venditore (ormai proprio pochi) che non rispetta il divieto di vendere bevande alcoliche o non alcoliche in bottiglia di vetro o lattina, ma soprattutto comperata in altre zone della città magari in pieno giorno e portate in centro storico la sera. Quando tutto è chiuso (o quasi) molti capannelli di ragazzi restano a schiamazzare, non solo nel fine settimana, ma anche negli altri giorni. C’è chi si porta pure una chitarra o una radio a pile e la nottata continua nel suo insostenibile baccano. Per fare fronte a fenomeni di illegalità così diffusi e a un numero così alto di giovani completamente “sballati” che non rispettano il quartiere e i suoi residenti, non possono bastare provvedimenti e controlli amministrativi. Ora che ognuno degli altri soggetti deputati (l’amministrazione e i gestori dei pubblici esercizi più “regolari”) ha fatto tutto quello che doveva e poteva fare, manca solo un impegno massiccio e prolungato delle forze di polizia senza il quale tutto quanto sarà vano.

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