Vivibilità 

Risse, pestaggi, ubriachi: la discoteca Casamia chiusa per trenta giorni dal Questore

 

La discoteca-ristorante Casamia, in via XII Ottobre, è chiusa per 30 giorni su ordine del Questore ai sensi dell’articolo 100 del Tulps, il testo unico di polizia, che consente proprio al questore (e solo a lui) di sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica ed il buon costume o per la sicurezza dei cittadini.
Venerdì sera sulla pagina Facebook del locale era comparso l’annuncio che cedete in questa pagina e i molti ragazzi genovesi che si apprestavano ad invadere il locale e pregustavano la serata erano rimasti assai delusi. Sulla bacheca non sono, però, comparse segnalazioni successive. Lo stesso messaggio esce come popup sul sito www.casamiaclub.it.

12747439_10208957097633538_1226279132608317488_oIl provvedimento del Questore è una misura molto seria, adottata con parsimonia e solo in presenza di evidenti pericoli. Lo spirito, infatti, non è punitivo, ma punta a interrompere con urgenza situazioni che possono portare pregiudizio all’ordine e ai cittadini.
Ma, quali sono le circostanze che hanno portato il questore Vincenzo Montemagno a prendere una decisione così pesante nei riguardi del locale? La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quanto è accaduto all’inizio di febbraio. Al Radiomobile dei carabinieri intervenuto su richiesta di clienti della discoteca, alcuni giovani che sono poi dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso, hanno detto di essere stati malmenati dal personale di sicurezza che era intervenuto per sedare una rissa avvenuta tra due gruppi di avventori. Non sono stati ancora individuati gli eventuali responsabili dell’atto e a dire il vero si deve ancora verificare la testimonianza di chi ha denunciato, ma non è questa la cosa rilevante ai fini dell’applicazione dell’articolo 100 del Tulps. Certo è che c’è stata una rissa e le risse rappresentano uno dei motivi che giustificano l’adozione del provvedimento. Soprattutto quando sono ripetute e continue.
È di una quindicina di giorni prima l’intervento delle volanti del Commissariato Centro della polizia. due gruppi di giovani evidentemente ubriachi danno origine a una rissa all’interno del locale.I ntervengono i “buttafuori” che fanno uscire tutti i contendenti. La rissa, quindi, continua all’esterno. Un ragazzofinisce all’ospedale con il naso rotto e trenta giorni di prognosi. Ma non è finita qui: alla fine di dicembre dello scorso anno un giovane che si trovava in coda per entrare viene colpito al volto da uno degli addetti alla sicurezza (ancora da identificare): anche per lui, fine serata all’ospedale e diversi giorni di prognosi decisi dai sanitari. Anando indietro nel tempo, nei verbali delle forze di polizia c’è una lunga lista di situazioni-limite: nell’ottobre 2005 un ragazzo sporge querela nei confronti di due buttafuori accusandoli di averlo picchiato e la stessa sera il Radiomobile dei carabinieri interviene per sedare una rissa e denuncia un ragazzo per resistenza. La cronaca di serate che dovrebbero essere di puro divertimento è, invece, un bollettino di guerra: nasi rotti, clienti denunciati, botte per scippi e conseguenti risse all’interno della discoteca, gente che finisce all’ospedale perché malmenata da “ignoti” all’interno delle sale. Ci sono anche alcuni episodi ancora più preoccupanti: un ragazzo viene pestato con una spranga di ferro e coperto di spray urticante. Anche questa volta, gli aggressori restano ignoti. C’è poi il caso di un ragazzo che, mentre balla, afferra un estintore dalla parete e lo scarica nella sala.
Insomma, una lunghissima serie di episodi di violenza ai quali la gestione della discoteca non riesce a mettere rimedio. È evidente la concentrazione di ubriachi avvezzi a menare le mani. Il locale è una calamita per un giovani violenti in stato di ebbrezza che troppo spesso danno origine a situazioni che mettono a rischio l’incolumità di tutti i frequentatori della discoteca-ristorante. In barba ai certificati di eccellenza Tripadvisor e alle foto patinate che vengono pubblicate sulla pagina Facebook del locale, Casamia diventa “terra di nessuno”, dove non si riesce a garantire ordine e sicurezza. E a quel punto scatta, inevitabile, la chiusura.

[r.c.]

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