Turati, il censimento. Ecco il mondo dei venditori

Per lo più regolari, soprattutto marocchini. Ma ci sono anche due italiani
TUTTE LE REGOLE CHE I VENDITORI DEVONO ACCETTARE PER ADERIRE AL PROGETTO

Un censimento che ha portato a comprendere meglio il fenomeno del mercatino di Turati: 147 venditori dei quali 130 con permesso di soggiorno, 2 italiani, tanti in attesa dello status di rifugiato. Così La Federazione regionale Solidarietà e Lavoro, insieme ad Arci, Caritas e a tutte le altre associazioni del terzo settore (Comunità San Benedetto, Il Cesto, Emmaus, Fondazione Auxilium e Ceis) ha tratteggiato con esattezza i contorni del mercatino abusivo di Turati lavorando a un progetto per la normalizzazione del fenomeno. Per riuscire nell’intento, con l’obiettivo di trovare una soluzione al problema, le associazioni hanno cercato di capire non solo da dove provengono i venditori, ma anche che grado di scolarizzazione hanno, come vivono (se sono sposati e se hanno una specializzazione professionale), in quali giorni e in quali ore vorrebbero partecipare al mercatino e da quanto tempo vi partecipano.
Tante le persone che saprebbero fare un mestiere, ma a causa della crisi e della scarsità di posti di lavoro hanno perso ol’occupazione. Ci sono badanti, muratori, fabbri, saldatori, operai specializzati. Sono stati i primi a perdere il lavoro. Qualcuno ha messo via abbastanza soldi per tornare in patria con un gruzzoletto. Altri, invece, non ce la fanno e sperano ancora di poter raggranellare qualche soldo qui. Pochi intendono diventare commercianti e hanno solo l’impellente necessità di guadagnare qualche euro per mangiare e per pagare l’alloggio, magari semplicemente il letto in una casa condivisa con molte persone. Hanno bisogno di un’occasione per tirare a campare fino a quando non arriveranno tempi migliori.
Non a caso, il progetto che le associazioni, in accordo con il Comune, stanno portando avanti si chiama “Chance”, occasione in Francese, la lingua che molti di loro parlano e capiscono meglio oltre l’arabo. Per aderire al progetto, occurre impegnarsi a rispettare una serie di regole che non sono quelle del Comune per partecipare al un ipotetico mercato di scambio (per il quale manca ancora un regolamento come quello varato a Torino). L’adesione e l’accettazione delle regole serve solo come base per tentare di costruire un percorso che l’assessore comunale alla Legalità Elena Fiorini si impegna a non forzare, cercando punti di condivisione anche con abitanti e commercianti dei comitai che si sono schierati contro la collocazione del mercatino in corso Quadrio.
Il progetto è orientato a operatori non professionali che siano disposti a non esercitare altrove alcun tipo di abusivismo e si impegnino a portare ed esporre “esclusivamente oggetti usati, di modico valore, di provenienza certa e solo nell’area individuata dagli organizzatori” non esponendo, invece “merce e oggetti nuovi o voluminosi, come mobili o elettrodomestici”.
Lo spazio ipotizzato è quello di 1,5 metri quadrati nei quali non sarà possibile sistemari banchi o ombrelloni. Verrà mantenuto il consueto “sistema espositivo”: il lenzuolo steso a terra e coperto di oggetti. Gli espositori avranno l’obbligo di lasciare l’area pulita e si impegneranno a non consumare all’interno sostanze alcoliche. Vietati anche “ogni forma di violenza fisica o verbale”, di “disturbo della quiete pubblica” (urla o schiamazzi), che, nel caso, verrà segnalata alle forze di polizia. Chi non ottempererà alle regole sarà allontanato, temporaneamente o definitivamente “a seconda della gravità della violazione”.
Se i venditori non troveranno spazio tutti assieme nell’area che sarà definitivamente individuata, devono accettare fin d’ora di assoggettarsi a una turnazione. L’obiettivo è quello di permettere a tutti loro di guadagnare quel tanto che basta a sopravvivere.
Ultima regola: non sarà tollerato che alcuno usi l’area come toilette. Tutti dovranno usare i servizi pubblici del Mandraccio, gli orinatoi di Caricamento o il bagno “automatico” di piazza Cavour, installato nel 1992 e quasi sempre rotto, che ora è stato finalmente aggiustato.

Il presidente provinciale di Arci, Stefano Kovac, parla del “censimeto” portato a termine.

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