La “rumenta” genovese potrebbe partire per la Costa Azzurra
No, non è una battuta: i resti del vostro pranzo, il vostro pacchetto delle sigarette vuoto, la carta della barretta di cioccolata e i fondi dell’italianissimo caffè della vostra moka potrebbero finire in Costa Azzurra. Sul serio. Questo perché la Regione, per fare fronte all’emergenza rifiuti, sta vagliando ogni possibilità. <Sì, anche la Romania – spiega l’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone -, perché, vi sembrerà impossibile, lì hanno gli inceneritori e noi no>. Per adesso si è trovata una soluzione tampone: da giovedì prossimo per 50 giorni 200 tonnellate di rifiuti dell’area metropolitana genovese potranno essere conferite a Piacenza grazie all’accordo raggiunto con l’Emilia Romagna. Il costo sarà di 140 euro a tonnellata. A settembre dovrebbero essere concluse le pratiche che consentiranno di usare nuovamente l’inceneritore di Torino. E da ottobre potrebbe riaprire almeno parzialmente Scarpino. Non per l'”indifferenziata”, ma per i rifiuti pretrattati. L’indifferenziata è ormai fuori corso come le monete da cinque lire col delfino. Non si può più buttarla in discarica. Per due ordini di fattori: perché è inquinante e perché con un corretto trattamento, che passa anche per la raccolta differenziata, è denaro sonante, perché nego inceneritori (che, in realtà, si chiamano “termovaloizzatori”) serve a produrre energia. Una strada che la Liguria in passato ha scelto di non percorrere, non imboccando, però, quella alternativa che passa, appunto, per la raccolta differenziata. Su quella punta Giampedrone, che sta per proporre alla giunta di imporre l’obbligo su tutto il territorio (come hanno fatto già molte regioni italiane) di far partire la “raccolta porta a porta”. Con un problema organizzativo in più, soprattutto a Genova e, in particolare, nell centro storico, dove le case non sono come quelle di Milano, dove il bidone può essere sistemato in cortile o fuori dalla porta del palazzo. <Non è più pensabile che la “differenziata” in Liguria sia sotto il 40%> dice l’assessore.
Mentre si organizza meglio la raccolta, bisogna pensare all’emergenza, perché di questo si tratta, dice Giampedrone. «Al 31 dicembre il Piemonte non accetterà più i nostri rifiuti – avverte – la realtà è che siamo in emergenza rifiuti: non capisco come qualcuno possa negarlo, come mi capita di leggere sui giornali. Faremo tutto il possibile per ridare a questa regione un corretto ciclo dei rifiuti ed evitare così spese aggiuntive ai cittadini». Il fatto è che la legge non consente di esportare a lungo i rifiuti in altre regioni. E, allora, si tentato tutte le strade. Per questo la Giunta sta vagilando ogni alternativapossibili, anche all’estero: «Faremo un’indagine di mercato per capire cosa c’è ad ampio spettro in Europa. Stiamo facendo delle valutazioni con la Costa Azzurra. Anche la Romania sarebbe attrezzata».
Tra gli impianti a cui si chiederà un preventivo c’è anche quello di Mentone.
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