La pista ciclabile di via XX, non costa 1 milione e 300 mila euro
Il qualunquismo a mezzo internet passa, nel 2015, per i social network. Qualche giorno fa è apparsa la notizia della realizzazione di 800 metri di pista ciclabile nella centralissima via XX Settembre e subito è partita la lapidazione su Facebook e su Twitter da parte dei genovesi, che del mugugno fanno la propria bandiera da sempre (ai tempi della Repubblica accettavano una paga minore sulle navi pur di avere il diritto di brontolare), ma in questi ultimi tempi, grazie alla “democrazia sciocca” del web 2.0, stanno superando se stessi. Sì, perché i social sono diventati il ricettacolo di ogni sorta di lamentazione. Più o – in larga parte – meno giustificata. Si dice che per combattere il nemic, se si vuole evitare ua brutta figura, bisogna conoscerlo e che per criticare bisogna sapere, ma no, il genovese in versione Brontolo perde su internet ogni freno inibitore e, senza preoccuparsi di verificare su cosa sta commentando, parte in quarta con insinuazioni, accuse e, spesso, insulti.
È proprio il caso della pista ciclabile di via XX, tracciata solo dopo una lunga trattativa con il Civ di via XX Settembre che, in cambio, ha ottenuto la riapertura del tratto iniziale (vicino a piazza De Ferrari) a scendere, chiuso ai tempi della bizzarra invenzione della “rambletta” da parte della giunta Vincenzi, oltre al mantenimento della possibilità, per i clienti dell’hotel Bristol, di poter accostare per scaricare i bagagli. Sono bastati pochi minuti e la macchina del fango è partita, in piena armonia con lo stile forcaiolo di certi blog politici e con tanto di foto di auto in fermata davanti all’albergo e insinuazioni sulla “vergognosa” cifra che sarebbe stata utilizzata per tracciare con la vernice la riga gialla.
Si mettano il cuore in pace (e i polpastrelli usati per scrivere in tasca) gli investigatori da “bar Sport” e da scrivania: non hanno scoperto lo scandalo del secolo. A costare un milione e 300 mila euro (per altro, non provenienti se non in minima parte, dalle casse del comune) non sono gli ottocento metri di striscia gialla, ma sei chilometri di ciclopercorso, undici cicloposteggi in città e sessanta bici per il bike sharing. A pagare la gran parte del progetto è il ministero dell’Ambiente. Che controlla ogni spesa e, nel caso di irregolarità, non paga.
La “striscia gialla” di via XX Settembre sarà prolungata, già a ottobre, verso Brignole e passerà per i giardini di viale Caviglia. Proseguirà, poi, in direzione Questura, su viale Brigate Partigiane (nelle aiuole centrali) per giungere fino alla Focem a corso Italia e a Boccadasse. Sempre da Brignole partirà un secondo percorso che raggiungerà lo stadio Luigi Ferraris. Verso Ponente, da via XX, la pista raggiungerà via Garibaldi e i ciclisti potranno accedere agli ascensori e alla funicolare di Sant’Anna (dove le bici non pagano il biglietto). Un altro percorso, sempre da via XX, raggiungerà il Porto Antico e, lungo la strada a Mare, Dinegro e Sampierdarena.
Ecco l’intervista all’assessore alla Mobilità Anna Dagnino.
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