Regione, rifiuti verso l’Emilia. Ma la Uil protesta

<Siamo pronti a siglare l’accordo con la Regione Emilia Romagna a cui abbiamo formalizzato la richiesta definitiva di accoglienza dei nostri rifiuti. Siamo pertanto in dirittura di arrivo e nel momento in cui la Giunta emiliana darà l’assenso potremo portare, i rifiuti genovesi in Emilia> Lo dice l’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile Giacomo Giampedrone a proposito dell’accordo che la Regione Liguria è pronta a firmare con la Regione Emilia Romagna per scongiurare ogni emergenza. Se tutto andrà secondo le aspettative, da metà della prossima settimana e fino ai primi di settembre i rifiuti liguri di Genova e dell’area metropolitana verranno accolti dall’Emilia Romagna. Si tratta di un quantitativo di circa 200 tonnellate al giorno per circa 50 giorni che saranno inviati all’ inceneritore di Piacenza. <Ringraziamo la Regione Emilia Romagna che sta concludendo l’iter di accoglimento dei rifiuti genovesi, per la solidarietà e la disponibilità istituzionale dimostrata – ha detto l’assessore Giampedrone – il conferimento dei rifiuti nell’impianto di Piacenza è comunque una soluzione transitoria che si concluderà i primi giorni di settembre, in attesa dei passaggi amministrativi necessari all’impianto di incenerimento di Torino per poterli nuovamente riaccogliere, nell’ambito del precedente accordo>.
<E’ evidente – ha aggiunto l’assessore ligure all’ambiente – che siamo di fronte ad una soluzione di assoluta emergenza che rappresenta una pesante eredità del passato. A questo punto faremo tutto il possibile per ridare a questa regione un corretto ciclo dei rifiuti ed evitare così spese aggiuntive ai cittadini>.
<Dopo il Piemonte anche l’Emilia Romagna ha capito che dalla Liguria si può guadagnare del denaro. Questa vergogna la comprendono tutti, tranne le istituzioni locali – commenta Marco Odone, segretario nazionale Uiltrasporti -. Apprendiamo dalla Regione che i  rifiuti di Genova e dell’area metropolitana verranno accolti dall’Emilia Romagna. Ecco un altro palliativo, nessuna soluzione per il futuro di Amiu. Sull’azienda si stanno esprimendo in molti, ovviamente a parole e non a fatti. Ma quale futuro? Se la politica continua su questa strada l’azienda morirà. Sugli organi di stampa compare tutto e il contrario di tutto: opinioni su piani industriali, investimenti, opportunità, fusioni, gare. Ma ad oggi non esiste da parte del “proprietario”, ovvero il comune di Genova, una risposta concreta che indichi  come risolvere il problema rifiuti a Genova . La Uiltrasporti sostiene a gran voce che è tempo di accelerare sulle scelte perché siamo al fallimento tecnico. È necessario attivare il vero percorso per il salvataggio dell’azienda, soprattutto a fronte degli interessi che si sono manifestati in questi giorni. Alla Uiltrasporti non interessano i nomi ma la sostanza dei progetti che  possono salvare l’azienda, l’occupazione, il salario e i livelli normativi  dei lavoratori. Che cosa vogliamo? Subito nuovi investimenti, soprattutto  sul piano dell’impiantistica rivolta allo smaltimento e al trattamento dei rifiuti: non lo smaltimento fuori regione! Il Sindaco ha dichiarato che il Comune con le sue risorse non può sostenere gli investimenti indispensabili previsti dal piano industriale di Amiu. Il tempo non è una variabile indipendente. Ogni giorno  che passa,  Amiu spende  –  o  meglio –  spreca oltre 100 mila euro per conferire i rifiuti fuori regione. Quanti lavoratori potremmo occupare nel settore con 100 mila euro al giorno?  Come Uiltrasporti ci domandiamo se Doria e Amministrazione siano consapevoli che hanno tra le mani un ‘azienda che sta morendo. Ci saremmo aspettati  che le problematiche e la loro soluzione venissero affrontate in sedi istituzionali attraverso il confronto. Quello che sta investendo azienda, lavoratori e città è un vero ciclone>. La Uiltrasporti è disponibile a discutere del futuro di Amiu, <purché sia fatto affrontando discussioni e  proposte serie  proprio ai fini della salvaguardia di un patrimonio che non vogliamo disperdere: per Genova, i cittadini e il mantenimento dei livelli occupazionali e le condizioni salariali dei lavoratori. L’azienda è sana: siamo pronti a difenderla contro chi, attuando la politica dell’attesa, non si assume responsabilità, mandando in fumo anni di lavoro e di impegno>.  Per Ultrasporti, occorre un piano di salvataggio indirizzato all’industrializzazione del settore <che riporti Genova a dimensioni europee e non da terzo mondo>.
La Uiltrasporti chiede che sia aperto un tavolo di confronto che consenta di trovare, al più presto, soluzioni definitive e non palliativi speculativi e miopi come  nelle ultime delibere comunali. Le risposte le pretendono i cittadini genovesi e i lavoratori di Amiu. <Noi saremo come sempre pronti a fare la nostra parte> conclude Odone.

 

Related posts

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: