I lavoratori del Mibact manifestano domani in via Rela

<ORA BASTA RITARDI: IL LAVORO SVOLTO DEVE ESSERE RETRIBUITO>

Manifestazione a partire dalle ore 10.30 davanti alla Ragioneria territoriale in via U. Rela (Sampierdarena)

 

<Ogni anno i lavoratori del MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo n. d. r.) garantiscono la fruibilità del patrimonio culturale italiano a beneficio di cittadini e turisti da tutto il mondo, e con gran beneficio anche delle casse dello Stato: milioni di introiti vengono dalle aperture straordinarie dei siti culturali – spiegano i sindacati FP CGIL, CISL FP e UIL PA Genova -. A sua volta però lo Stato sembra intenzionato a disconoscere sistematicamente il valore generato da questo impegno>.

Per questo, i sindacarti lanciano la mobilitazione per domani con sit-in di protesta a Roma, davanti alla sede del MEF, e in tutti i capoluoghi di Regione presso le Ragionerie territoriali. Anche a Genova, quindi, si terrà venerdì mattina una manifestazione di protesta davanti alla sede della Ragioneria Territoriale, in via U. Rela a Sampierdarena a partire dalle ore 10,30.

<Se negli ultimi anni 15 anni il flusso di visitatori è aumentato e con esso gli introiti  è merito anche degli accordi sulla produttività che abbiamo sottoscritto, e che hanno permesso di tenere aperti i siti culturali in gestione statale per 11 ore al giorno e 362 giorni l’anno – dicono le organizzazioni sindacati –. Eppure sono anni che il Ministero dell’Economia, nonostante i dati che attestano i guadagni effettivi di produttività e nonostante le annunciate “semplificazioni” che avrebbero dovuto velocizzare l’utilizzo dei fondi dedicati, non fa che ritardare il pagamento ai lavoratori delle prestazioni svolte. Quanto ai decisori politici, anziché preoccuparsi di risolvere la situazione, sembrano intenti a cercare giustificazioni per praticare nuovi tagli al salario accessorio. Atteggiamento ancora più grave  ora che la Consulta ha evidenziato l’incostituzionalità di un blocco dei contratti nazionali durato troppi anni. Con questa protesta vogliamo reclamare rispetto e riconoscimento verso il personale dei Beni culturali e la valorizzazione delle loro professionalità come leva indispensabile di rilancio del patrimonio culturale italiano”.

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