Regione, no alla riduzione dei canoni idrici per le attività colpite da alluvione
L’assessore alla Difesa del Suolo e Protezione civile Giacomo Giampedrone ha risposto a interrogazione di Raffaella Paita e Yuri Michelucci (Pd) in cui quest’ultimo ha chiesto alla giunta, accanto alle misure straordinarie di esenzione dal pagamento del canone, di rivedere al ribasso la determinazione dei canoni di concessione del demanio idrico per le attività già colpite da esondazioni o alluvioni. Michelucci ha ricordato che la legge regionale 12 del 2015 esonera dai canoni di concessione le aree inondate ma «questa norma significativa e straordinaria deve essere accompagnata da una rideterminazione dei canoni di concessione in modo che – ha spiegato il consigliere – , accanto alle agevolazioni previste per le zone dell’entroterra o per favorire la salvaguardia di attività di conservazione e manutenzione del patrimonio boschivo, si introduca una riduzione a regime per le attività che sono state colpite ripetutamente da alluvioni o esondazioni».
Giampedrone ha spiegato che il finanziamento degli interventi di difesa del suolo è assicurato dagli introiti dei canoni demaniali per una percentuale del 55 per cento. La Regione Liguria ha circoscritto l’utilizzo di tali entrate alla copertura delle spese del personale trasferito dalle Province e ha aumento la percentuale per gli anni 2016 e 2017 al 75%. Ne consegue che le risorse disponibili per gli interventi di manutenzione e gestione del territorio risultano decisamente ridimensionate e che una ulteriore diminuzione degli introiti derivanti da canoni potrebbe ulteriormente limitare se non annullare la possibilità di rivedere e realizzare tali interventi di mitigazione delle condizioni di rischio idrogeologico. Nella replica Yuri Michelucci si è detto assolutamente insoddisfatto della risposta: «Nelle nostre zone sono previsti canoni più elevati anche del 200% rispetto ad altre. Una vessazione davvero eccessiva».
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.