Il Megabus passa e va. Si rimane a terra
Mi hanno insegnato che non si scrivono gli articoli in prima persona, ma questa volta farò un’eccezione. Ho voluto documentare un disagio grave patito di persona, documentando con foto e video.
Siena, ore 23,30. Attendo (da un’ora, mi hanno accompagnato amici perché non tardassi) il Megabus per Genova, preso anche all’andata, due giorni fa. Non esistono palette di segnalazione della fermata, sulla prenotazione è indicato solo il nome della piazza, senza riferimenti se non quello della stazione (ma l’ingresso è coperto da dissuasori in cemento e lì il pullman non può certo fermarsi), quindi mi sistemo ad attendere dove il bus mi aveva lasciato sabato mattina, cioè subito dopo la stazione. Prima ci sono le palette dei servizi Baltour e delle linee locali. C’è molta gente ad attendere quei pullman.
Il “mio” bus arriva, fa la curva (vedi foto) e se ne va, nonostante io mi sbracci per fermarlo. Provo a chiamare il numero (inglese) stampato sulla prenotazione, ma il telefono mi risponde che non esiste. Cerco allora su internet un altro numero. Quello italiano è di Firenze. Nessuno risponde: leggo dopo che risponde solo dalle 6 alle 22.
Trovo su internet un altro numero inglese e lo chiamo, presumibilmente spendendo molto. Sappiate, dunque, che dalle 22 alle 6 Megabus non mette a disposizione alcun numero al quale possiate chiamare gratuitamente. Mi risponde un uomo. Parla inglese (maluccio), con forte accento indiano. Non mi capisce e io non lo capisco. Capisco solo che mi dice che non hanno altre corriere (lo sapevo, grazie!).
L’unica soluzione: attendere il treno per Empoli, Pisa e Genova delle 6,25 (e rassegnarmi a spendere 36 euro oltre ai 17 già pagati per il bus che non si è fermato dove aveva sostato all’andata) e fare i conti con la solita fauna notturna da stazione (si segnalano un anziano senza fissa dimora e tre stranieri dei quali uno palesemente tossico). Siccome ho tempo, cerco di capire se per caso avessero spostato la paletta della fermata nel fine settimana all’altezza delle fermate degli altri bus (prima dell’ingresso della stazione, troppo lontano perché potessi vederlo), ma no, non esiste alcuna paletta. Non esiste alcuna indicazione precisa sul foglio. Non esiste un numero di telefono che si possa chiamare per ottenere aiuto. Quindi, se decidete di usare questo servizio, tenete conto di tutte queste cose e che potreste trovarvi nella mia stessa situazione senza poter ottenere alcuna assistenza.
Nella foto sopra, il bus stasera, mentre svolta e arriva dove si era fermato sabato mattina, senza peró fermarsi nonostante mi stessi sbracciando. Nel filmato, lo stesso identico luogo e dove, cioè, sabato mattina è stata effettuata la fermata e sono scesa.
Ed ecco qui, nella foto sotto, il mezzo del mattino dopo, che si ferma da un’altra parte. No, non c’è la paletta…
Interpellato in merito, l’autista del bus diretto a Roma nella mattinata di oggi, lunedì, ha confermato che <No, non c’è la paletta> aggiungendo perentorio che <Il bus si ferma sempre qui>, circostanza smentita con evidenza dal filmato soprastante. Non è che il passeggero possa presentarsi munito di bacchetta del rabdomante. L’autista ha detto anche che eventuali reclami non devono essere fatti a lui, ma alla società, che è inglese. Per l’utente, dunque, si definirebbe ulteriormente (non fosse bastata la telefonata di ieri sera alle 23,45) la difficoltá di avere un rapporto diretto per informazioni o reclami in Italia.
Riferirò in seguito in merito a quanto mi risponderá l’ufficio italiano con sede a Firenze.
Intanto, sono andate a vuoto le chiamate delle 6.17, delle 6,24, delle 7,17 e delle 8.02. Non risponde nessuno. Secondo il sito dovrebbero rispondere a partire dalle 6, ma così non è.
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