Bruno (L’Altra Liguria) contro la fusione Amiu-Iren

<Leggiamo sulla stampa il pressing dei poteri forti per fondere Amiu nella Cimultiutility iren. La motivazione sarebbe la necessità dell’azienda che gestisce i rifiuti a Genova di finanziamenti per l’impiantistica – compostaggi, biodigestiori, separatori secco umido etc – e per la messa in sicurezza della discarica di scarpino. Nobile intento se non fosse che proviene da chi in questi anni ha gestito il ciclo dei rifiuti in modo da condannarci  a pagare quasi 3 milioni di euro per la bassa raccolta differenziata e a trovarci impreparati di fronte alla prevedibile chiusura di scarpino dice Antonio Bruno del “L’Altra Liguria”..

<Sorge un dubbio e’ Iren che deve salvare Amiu o è l’ingresso della multiutility nel ciclo dei rifiuti genovese che permette di ammortizzare scelte sbagliate del passato – inceneritori di Torino e Parma quasi vuoti e rigassificatore di Livorno – e limitare l’indebitamento altissimo?> si chiede il consigliere comunale.
<Siamo di fronte a un triste deja vu – prosegue Bruno – per abbindolare sindacati e opinione pubblica e sindacati qualcuno propone di vendere solo il 49 % delle azioni di Amiu, come se la stessa esperienza di Iren (i comuni al 51%) non avesse insegnato che fondi speculativi e banche espropriano cittadini e consigli anche con una percentuale non maggioritaria.
Tanto è vero che spesso Doria invita alla cautela nel criticare iren perché potrebbe causare un abbassamento del titolo. Ci fosse una maggioranza che avesse a cuore i bisogni di cittadini e lavoratori, cercherebbe fondi in Europa, pretenderebbe che lo stato provvedesse alla bonifica di scarpino non cederebbe al gestione dei rifiuti a fondi basati alle isole caiman e alle banche onnivore>.

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