Supermarket H24, pioggia di proteste al centralino della Municipale
GLI ABITANTI DENUNCIANO SCHIAMAZZI NOTTURNI
Il supermercato di via San Martino che da poco ha avviato l’apertura “H24” ha causato in questi giorni una pioggia di telefonate di protesta al centralino della polizia municipale. La causa è il rumore notturno causato dal via vai dalle auto e dagli schiamazzi dei clienti. Di notte, infatti, c’è anche chi va a comperare birra e alcol spendendo meno che nei locali e arriva al punto vendita già alticcio e per nulla intenzionato a rispettare il sonno delle persone le cui finestre si affacciano sul supermercato. La zona è densamente popolata e i residenti che hanno chiesto aiuto alla polizia municipale giurano che da quando il Carrefour ha deciso di non chiudere non si fa più vita. Per quello hanno chiesto, quindi, l’aiuto dei cantunè che ora dovranno determinare con le idonee strumentazioni fonometriche se l’attività porti a compromettere la vivibilità della zona e il sonno della gente del quartiere. Al centralino del Coa, il centro operativo della Pm, arrivano molte telefonate ogni notte. La gente della zona si dice esasperata.
Le proteste degli abitanti di San Martino si aggiungono a quelle dei sindacati che avevano contestato la decisione dell’azienda di tenere il punto vendita aperto 24 ore su 24. “Riteniamo che la politica commerciale delle aperture indiscriminate, anche notturne, non sia la medicina per far ripartire il Paese e i consumi né tantomeno una modalità per creare nuova occupazione” avevano detto le organizzazioni sindacali. Certo, in questo modo il “negozio” Carrefour di via San Martino, che già era aperto dalle 8 alle 22, intercetta un po’ di consumi, ma – stando alle proteste raccolte dalla polizia municipale – oltre alle persone che proprio non sanno resistere fino al mattino per acquistare il latte, le scatolette di tonno, il pane e lo zucchero, dopo le 10 di sera, soprattutto nel fine settimana, ci sono moltissimi clienti, soprattutto giovani, che usano il punto vendita aperto per comprare birra, vino e superalcolici a un prezzo più conveniente rispetto a quello dei pubblici esercizi.
L’azienda dovrà capire se il costo del lavoro e le spese relative all’apertura notturna siano compensate dagli introiti ma, soprattutto, dovrà fare i conti con le regole che riguardano il riposo dei cittadini. In una zona come quella della movida, nel centro storico, è difficile capire quale sia l’attività che provoca gli schiamazzi catalizzando i clienti, ma in un luogo dove non ci sono locali o esercizi commerciali aperti e dove fino a pochi giorni fa la notte regnava il silenzio non sarà difficile collegare il rumore eventualmente rilevato al supermercato.
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