Musiche arabe alla Commenda di Pre’
MUSEOTEATRO DELLA COMMENDA DI PRE’
Salone 1° piano
in collaborazione con Mu.MA e Cooperativa Solidarietà e Lavoro
LA MUSICA NEL MEDIO ORIENTE: SIRIA
Musiche sacre della tradizione siro-cristiana in lingua aramaica e giudaiche di Aleppo
Musiche della tradizione armena, raccolte da Padre Komitas e dal bardo Sayat Nova
Musiche popolari arabe
Sabato 6 giugno alle 16.30 a Commenda di Prè, con ingresso libero, l’ultimo concerto della Rassegna di Primavera dell’Associazione Pasquale Anfossi dedicato della Siria. Protagonisti tre artisti siriani: Razek François Bita controtenore, Nabil Hilane liutista, Hassan Abul Fadl percussionista. Un etnomusicologo di eccezione, Paolo Scarnecchia, conoscitore della musica e del patrimonio del Medio Oriente, racconterà quel mondo del quale tanto si parla, spesso conoscendo in realtà ben poco della cultura dei popoli che lo animano.
Razek François Bitar, controtenore, si è ormai affermato come uno degli artisti di riferimento per il repertorio barocco e contemporaneo ma senza mai tralasciare quella che è l’essenza della sua terra, della quale conosce bene anche le lingue, la musica tradizionale.
Nabil Hilaneh, grande liutista, è fra i più apprezzati nel suo ambiente, diplomato in Liuto orientale (Oud) sia al conservatorio di Damasco che alla casa dell’Oud del Cairo.
Hassan Abul Fadl, diplomato a Damasco, a Berlino ha imparato le percussioni orientali e ha fatto una grande esperienza con la “West-East-Divan-Orchestra”creata da Daniel Barenboim.
La tradizione musicale siriana, e in particolare quella di Aleppo, rappresenta un sapere musicale di inestimabile valore. Nella città posta lungo l’antica via della seta, l’arte musicale è stata coltivata per secoli, tanto da rendere famosa la qualità dei suoi cantori, attraverso la forma della poesia strofica con ritornello, la muwashshah di origine medievale, fiorita nella Spagna musulmana e diffusa nel Vicino Oriente. Nella memoria storica del patrimonio musicale siriano si riflette dunque il legame con la musica di corte di al-Andalus, espressione di una raffinata civiltà al cui splendore hanno contribuito musici e poeti musulmani, ebrei e cristiani. Nella prassi tradizionale le muwashshat vengono intonate in forma di suite, associate alle distinte scale modali del sistema musicale, e i cantori siriani di distinguono per la perfezione dell’intonazione musicale e per la capacità di ornamentare il canto, anche attraverso l’improvvisazione.
Oltre alla tradizione musicale arabo-islamica, Aleppo è importante anche per le radici storiche della cultura sefardita, e per il patrimonio dei canti liturgici e devozionali della tradizione ebraica, come pizmonim, piyyutim e baqashot. A tale proposito va ricordato come il nome dell’ importante città sia legato anche al Codice di Aleppo, uno dei più antichi manoscritti del testo mesoretico, in ebraico, dell’Antico Testamento.
I viaggiatori che nel corso dei secoli hanno visitato questa città di mercanti e artigiani hanno descritto i costumi musicali di una società cosmopolita abitata da siriani – musulmani e cristiani – turchi, greci, armeni, curdi, i cui migliori strumentisti erano ebrei di un’importante comunità che si è progressivamente ridotta nel corso del tempo.
L’evento vuol essere un segno di pace fra questi popoli attraverso la musica, così come stanno facendo, in modo imponente, personalità del mondo della musica e della cultura dei vari paesi coinvolti.
“Con artisti di grande ispirazione, conosciuti e apprezzati nel mondo, insieme a un musicologo, esperto conoscitore di molti popoli – dicono gli organizzatori -, vorremmo far partire proprio da Genova, città fra le più rappresentative sia per la cultura che per gli scambi con il Medioriente, un progetto che potrà essere proposto in più realtà europee”.
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