Pre’, niente alcol dalle 15 alle 6

Ma sono esclusi i negozi che vendono prodotti tipici
Il problema era salvaguardare i negozi di qualità, quelli che vendono il vermentino o il rossese prodotto sulle nostre colline o lo sciacchetrà che viene coltivato sulle fasce a picco sul mare delle Cinque Terre.
vermentino-premi“Per questo – dice l’assessore alla Legalità Elena Fiorini -, l’ordinanza che va a rinforzare il patto d’area di Pre’ firmato nei giorni scorsi da Regione, Prefettura, Comune Camera di Commercio e Civ (centro integrato di via Borgo di Prè aderente a Confesercenti e consorzio Vivere Santa Brigida aderente ad Ascom Confcommercio), e che vieta la vendita di alcolici dalle 15 alle 6 del mattino successivo esclude i punti vendita che abbiano firmato un preciso accordo col Comune”, cioè, quelli che non vendono birra a fiumi agli stranieri che poi ciondolano ubriachi per la via, ma bottiglie di prodotto tipico ai genovesi e ai turisti.
Il patto di Pre’ punta a sostenere la vocazione turistica della zona, naturale punto di pazzaggio tra il Museo del Mare, la Commenda, le aule universitarie di via Balbi e la stazione Principe e, per farlo, punta ad eliminare alcune criticità. La presenza della Prefettura (assente, ad esempio, nel patto di via XX Settembre) è funzionale proprio a mettere in campo azioni a contrasto, ad esempio, dello spaccio e della contraffazione dei capi di abbigliamento che proprio nella zona vede il proprio quartier generale. C’è poi, la questione della vivibilità per gli abitanti e della percezione di sicurezza per i turisti, che certo non sono attirati nè dai gruppi di persone ubriache con la bottiglia in mano, nè dai mini market etnici.
Lo strumento del patto d’area è stato studiato dagli enti pubblici assieme alle associazioni di categoria, Ascom e Confesercenti, per bypassare, fondamentalmente, due “strettoie” legate alle leggi nazionali. L’impossibilità di determinare, per l’amministrazione comunale, un mix mercelogico per una determinata area e quello di imporre divieti di vendita di alcolici che non siano provvedimenti di somma urgenza legati a questioni di ordine pubblico e limitati nel tempo. Ordinanze del sindaco in tal senso erano state già emanate e non era più possibile reiterarle.
ATTIVITA’ VIETATE
Il “patto” crea una sorta di “area a statuto speciale” motivata con problemi di ordine pubblico non risolvibili con provvedimenti-tampone (quindi, radicati e difficili da eradicare) in cui si può imporre il “divieto di alcol” e si può determinare quali attività commerciali o di artigianato alimentare non si potranno aprire in futuro. Tra queste, i money transfer, i sexy shop, i distributori automatici h24, le lavanderie a gettone, gli internet poin e i phone centre. Vietati anche “le attività commerciali e/o artigianali di preparazione-cottura e vendita di alimenti che acquistino e utilizzino, nel ciclo produttivo, alimenti precotti o surgelati in via prevalente (come i kebab): gli esercizi di commercio al dettaglio di prodotti alimentari, eccetto quelli che si caratterizzino per la vendita di  prodotti tipici diqualità con denominazioni protette o controllate (dop, doc, igp, stg) che hanno marchi di qualità regolamentati e con provenienza tracciabile e certificata (che, invece, sono tra i negozi incentivati); attività artigianali e alimentari, ad eccezione delle pasticceri, delle gelaterie, delle attività specializzate nella produzione di prodotti tipici con utilizzo di materie prime di provenienza tracciabile e di qualità certificata; disco pub, discoteche e night club; esercizi commerciali che svolgono esclusivamente o prevalentemente l’attività di “compro oro”; esercizi commerciali non food che offroni una gamma indistinta e generalizzata di prodotti vari senza alcuna specializzazione”.
ATTIVITA’ INCENTIVATE
Sono, invece, incentivate e possono accedere alle agevolazioni: ristoranti, pizzerie, bar che si caratterizzino per la somministrazione e la vendita di prodotti tipici locali; pizzerie al taglio, panini, creperie, gastronomie diqualità; panifici; pasticcerie (rivendita e produzione); gelaterie, erboristerie; esercizi di artigianato artistico di qualità.
I LOCALI
Una parte del patto coinvolge i propritari dei locali che vorranno affittare ad affitto calmierato alle attività ammesse (che ottengono un’Imu agevolata pari allo 0,84% per cento per 5 anni dal momento della stipula del contrattod’affitto). Saranno messi a disposizione anche alcuni localicomunali situati in via Pre’ 110r, 125r, 145-145r (con canna fumaria), 131-131r, 151r, 110-112-114 e in piazza Truogoli di Santa Brigida 8r. Le dimensioni vanno da 23 a 100 metri quadrati e gli affitti da 163 a 215 euro mensili.

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